Città del Vaticano – Il Papa chiede alle big tech – Facebook, Google, Amazon – per studiare il modo di proteggere meglio i bambini dalla pedopornografia. Lo ha detto il Papa ai partecipanti al Convegno “Promoting Digital Child Dignity” – “From Concept to Action” (promuovere la dignità digitale del bambino, dal concetto all’azione), che si è svolto in Vaticano in questi giorni. Il Vaticano ha recentemente adottato nel suo ordinamento il reato di pedopornografia con il quale è stato rinviato a giudizio un diplomatico, monsignor Carlo Capella, attualmente nel carcere vaticano, in attesa di giudizio.
«Senza il pieno coinvolgimento delle società del settore, senza una piena consapevolezza delle ricadute morali e sociali della loro gestione e del loro funzionamento, non sarà possibile garantire la sicurezza dei minori nel contesto digitale», ha detto Francesco.
Tra i partecipanti del convegno anche Jacqueline Beauchere di Microsoft, Jane Horvath di Apple, Giorgio Busnelli di Amazon, Carlo d’Asaro Biondo di Google, David Miles di Facebook e Jim Gianopulos di Paramount Pictures. «Per favorire lo sviluppo di internet, con i suoi molti benefici, le società che ne forniscono i servizi sono state a lungo considerate mere fornitrici di piattaforme tecnologiche, non responsabili né legalmente né moralmente del loro uso» ma il potenziale degli strumenti digitali è enorme «e le eventuali conseguenze negative del loro abuso nel campo del traffico di esseri umani, nell’organizzazione del terrorismo, nella diffusione dell’odio e dell’estremismo, nella manipolazione dell’informazione e – dobbiamo insistere – anche nell’ambito dell’abuso sui minori possono essere ugualmente notevoli. Ora finalmente l’opinione pubblica e i legislatori se ne rendono conto».
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