Un giovane di 25 anni, affetto da una disabilità all’udito, è stato picchiato a sangue da un gruppo di una decina di ragazzi perché era intervenuto in difesa di suo fratello minore cui era stato rubato il telefono cellulare dallo stesso gruppo. Il fatto è accaduto la sera del primo agosto a Canosa di Puglia dove i due fratelli, che sono di Cerignola, in provincia di Foggia, erano andati per la festa patronale. Ora il ragazzo è ricoverato all’ospedale di Barletta dove ha già subito un intervento per la rottura del setto nasale. Per il pestaggio ha riportato lesioni al viso, a un occhio, alla spalla e a un piede per lui la prognosi è di 30 giorni.
Secondo quanto ricostruito dalla vittima e dalla polizia che è intervenuta, il fratello minore del ragazzo ha cercato di opporsi ai ragazzi che gli avevano rubato il cellulare. Questi lo hanno quindi aggredito e il fratello maggiore è intervenuto in sua difesa. Il gruppo si è quindi accanito su di lui, senza che alcuno intervenisse. Sono stati due vigilanti e poi gli agenti del locale commissariato a metterlo in salvo. Le indagini proseguono per identificare i responsabili del pestaggio, che si sono dileguati.
LE SCUSE DEL SINDACO (di Aldo Losito) – L’aggressione avvenuta a Canosa nella sera tra giovedì e venerdì non ha ancora trovato una spiegazione e un colpevole. C’è solo una certezza: il giovane Giuseppe di Cerignola è ancora in ospedale dopo le gravi lesioni ricevute a seguito di un vero e proprio raid punitivo, avvenuto in zona Piano San Giovanni, durante i festeggiamenti del Santo Patrono. In attesa che le indagini degli inquirenti portino alla soluzione del caso, si registra la dura presa di posizione del sindaco di Canosa, Roberto Morra. «A nome dell’intera città porgo le scuse a Giuseppe e ai suoi familiari che in occasione della festa patronale sono stati aggrediti nei pressi di Piano San Giovanni – scrive il primo cittadino in un post su Facebook -. Mi chiedo che razza di uomini sono quelli che si avventano contro un ragazzo solo, per giunta con una ridotta capacità uditiva, picchiandolo selvaggiamente e facendolo finire in ospedale.
Allo stesso modo non posso che esprimere sdegno per tutte le persone che hanno assistito alla scena senza intervenire. Non mi stupirei se qualcuno dei presenti abbia ripreso la scena: qualora così fosse, lo invito a consegnare il filmato alle forze dell’ordine. Ora mi aspetto che tutti i canosini presenti al vergognoso episodio collaborino con gli inquirenti per assicurare un minimo di giustizia. In futuro mi auguro che venga meglio presidiata la zona delle giostre da parte delle forze dell’ordine, che invece sono state dislocate prevalente in piazza Vittorio Veneto. Canosa non è una città fuori controllo, ci sono uno sparuto numero di delinquenti a piede libero che hanno un nome e cognome. Occorre isolarli, denunciarli ed avviarli alla rieducazione. Sparare nel mucchio o peggio ancora, denigrare le istituzioni per raccattare qualche voto vuol dire essere complici degli stessi. La denuncia dei reati o delle notizie che possono aiutare gli investigatori, rappresenta l’unico modo per combattere la criminalità».
Sulla stessa lunghezza d’onda del primo cittadino, anche la collega del Movimento Cinque Stelle e consigliera regionale, Grazia Di Bari: «A Canosa è successo un fatto gravissimo – scrive su Facebook -. Giuseppe, ragazzo sordo, dopo essere intervenuto in difesa del fratello a cui avevano sottratto il telefonino, è stato massacrato di botte da un branco di 20 vigliacchi. Ha subito una frattura nasale ed è stato ricoverato d’urgenza in ospedale. Il tutto è avvenuto senza che nessuno abbia sentito il dovere di intervenire. Sono indignata per quanto accaduto. Forza Giuseppe, non mollare».
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