L’ENS: lo sport è condivisione ed inclusione

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Scrive Marcello Parrella, presidente della sezione beneventana dell’ENS (Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi-onlus): “Quando veniamo a conoscenza di episodi come quello accaduto a San Leucio del Sannio in cui un ragazzo sordo, giovane atleta sordo della locale squadra di calcio, diviene vittima di insulti proprio a causa della sordità, è sempre sconcertante e deprimente.

Lo sport dovrebbe essere sempre veicolo e luogo di inclusione sociale per tutti e utilizzare la disabilità per discriminare, insultare e umiliare uno sportivo è un’azione aberrante, che l’ENS condanna con forza esprimendo vicinanza e solidarietà al ragazzo. E la nostra non è una condanna dovuta o retorica ma che nasce dal vissuto delle persone con disabilità di qualsiasi genere.

Episodi come questi segnano profondamente le persone, sviliscono, creano sofferenza e discriminazione solo sulla base di un deficit uditivo. Pensiamo a quanti sacrifici e difficoltà affronta una persona con disabilità, sorda in questo caso, nella vita quotidiana, quante esclusioni ed emarginazione a causa delle barriere della comunicazione, dell’informazione inaccessibile, di servizi carenti, di una conoscenza da parte dei “normodotati” spesso inesistente su cosa significhi vivere la sordità sulla propria pelle. E proprio in un contesto sportivo in cui si livellano le differenze in virtù di obiettivi nobili, di squadra, di sana competizione episodi come questi non possono che suscitare rabbia e condanna.

Siamo lieti che a condannare tali vili atti si siano levate molte voci, delle amministrazioni locali, del mondo sportivo, della Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità regionale e tanti altri cittadini, significa che in questa battaglia di civiltà non siamo soli e non lo è Giorgio. È importante costruire insieme in ogni contesto un ambiente inclusivo e solidale e l’ENS da sempre è al fianco delle persone sorde, nel mondo sportivo silenzioso e nella vita di tutti i giorni, perché episodi del genere non si ripetano più”.

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