Chiesto il rito abbreviato che consente di ottenere lo sconto di un terzo della pena per Michele Spagnuolo, il 77enne di Trepuzzi che ha ammazzato la moglie Teresa Russo dopo l’ennesima lite. Il corpo senza vita della donna era stato ritrovato in una pozza di sangue all’interno della sua abitazione di via Generale Papadia, colpita da ben quarantuno coltellate tra la testa e il torace. Una letale, come rivelato dall’autopsia del medico legale incaricato Alberto Tortorella: quella alla gola, troppo profonda per sperare che si salvasse. Teresa è morta sgozzata.
Dopo la richiesta di giudizio immediato della Procura, che aveva raccolto prove ‘schiaccianti’, l’avvocato Antonio Savoia, come detto, ha chiesto il rito abbreviato per il pensionato, accusato di omicidio volontario, con l’aggravante della crudeltà, dei futili motivi e del vincolo familiare. Dunque, non ci sarà il processo in Corte di Assise. Adesso il gip dovrà fissare la data dell’udienza.
Teresa aveva paura
Dopo la tragica scoperta, qualcuno ha parlato di una tragedia “annunciata”. Teresa Russo, sordomuta, aveva confidato le sue paure ad una amica, l’interprete del linguaggio dei segni con cui aveva instaurato un rapporto di confidenza. “Se mi succede qualcosa posso chiamarti?” sembra che le avesse chiesto in una delle tante telefonate. Non era un segreto che qualcosa in quel rapporto di coppia fosse cambiato. I due erano in procinto di separarsi ufficialmente, dopo trent’anni di matrimonio e Teresa dormiva in un’altra camera, preoccupandosi di chiudere a chiave la porta prima di andare a letto.
Quella tensione vissuta, in silenzio, tra le mura di casa alla fine ha preso una piega tragica. L’uomo, dopo l’omicidio, ha confessato tutto: prima con un biglietto lasciato fuori dalla caserma in cui ha scritto nero su bianco l’indirizzo dove gli uomini in divisa avrebbero potuto ritrovare il corpo, poi durate l’interrogatorio.
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