Pakistano abusò di un 13enne sordomuto, la Corte d’Appello conferma la condanna

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Nel luglio dello scorso anno un 21enne pakistano richiedente asilo che viveva abitualmente in un comune della Bassa reggiana, convinse un ragazzino connazionale di 13 anni sordomuto e affetto da deficit cognitivi a seguirlo in campagna dove abusò sessualmente dell’adolescente. La vittima confidò l’accaduto con i genitori i quali portarono subito il figlio in ospedale dove venne accertata la violenza subita.

Al 21enne reo confesso il Gip Giovanni Ghini applicò la misura cautelare dell’obbligo di firma scatenando le ire dell’Associazione La Caramella Buona che si era occupata del caso e che organizzò un presidio di protesta davanti al Tribunale. Iniziativa alla quale parteciparono anche alcuni esponenti del Movimento5stelle e della Lega.

Ghini applicò la legge comprendendone lo “straordinario senso di autodisciplina dimostrato” del reo confesso essendosi oltretutto “messo da solo agli arresti domiciliari” (ndr, gli eventi dei tempi successivi confermeranno la correttezza della scelta).

Dopo quel fatto se ne verificò un altro analogo nella Provincia di Reggio Emilia, a seguito del quale il Magistrato incaricato stabilì la medesima misura cautelare, ma tale evento non creò alcuno scalpore.

Il pakistano fu condannato in primo grado a 5 anni e 4 mesi. Oggi la conferma della condanna in Appello con la riqualificazione dell’accusa in violenza sessuale su minore rispetto all’accusa di atti sessuali su minore del primo grado.

Marina Bortolani, @nextstopreggio.it

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