«Basta false promesse sulla tolleranza zero. Stop agli abusi dei preti». Lo hanno chiesto una cinquantina di vittime italiane della pedofilia del clero che questo pomeriggio nei giardini di Castel Sant’Angelo, in fondo a via della Conciliazione, hanno tenuto una manifestazione di protesta proprio nel giorno in cui in Vaticano si è aperto il Sinodo dei vescovi sui giovani.
3 ottobre 2018
Il sit in è stato promosso dall’associazione internazionale di vittime «Eca Ending clergy abuse» a cui è associata la onlus italiana Rete l’Abuso. Molte delle vittime che hanno inscenato la protesta con striscioni e foto dei preti abusatori sono ex alunni dell’istituto per sordomuti Antonio Provolo di Verona che chiedono «risarcimenti» per le violenze che hanno subito. Ma a Castel Sant’Angelo c’erano anche Alessandro Battaglia, la vittima di don Mauro Galli, il sacerdote della diocesi di Milano condannato il 20 settembre scorso a 6 anni e 4 mesi e, Arturo Borrelli, vittima del sacerdote della diocesi di Napoli, don Silverio Mura. Battaglia ha indossato una t-shirt con la scritta «Abusato da don Mauro Galli a quindici anni» e ha parlato abbracciato alla madre che a sua volta si è mostrata con indosso la scritta: «Mamma cattolica di una vittima di un prete».
«Vogliamo far riflettere soprattutto il Papa – ha spiegato Battaglia – e dirgli innanzitutto che noi non ci pieghiamo. Secondo, che deve mantenere le promesse sulla tolleranza zero non come nel mio caso. Io sono stato abusato nel 2011 a 15 anni nella parrocchia di Rozzano. Il prete in questione subito dopo essere stato denunciato dalla mia famiglia, due giorni dopo, è stato spostato dal vicario di zona che era il suo responsabile, monsignor Mario Delpini, ancora a contatto con i bambini a 20 chilometri di distanza nella parrocchia di Legnano. Ora don Mauro Galli è stato condannato con una sentenza a suo modo storica, è un primo passo anche per quanto riguarda la magistratura. Ma mons. Delpini è stato promosso arcivescovo dal Papa e adesso è qua al Sinodo dei giovani nominato come relatore. Questo nella Chiesa di papa Francesco non può accadere. Dov’è la coerenza?».
«Proprio come cattolica sono delusa – ha detto la madre di Alessandro Battaglia -. Perché io credo in Dio e continuo a credere in quella parte di Chiesa che non è marcia, ma sono assolutamente determinata a dire quello che non va bene».
«Sono stato abusato a 13 anni da don Silverio Mura – ha raccontato invece Borrelli -, una violenza che mi ha rovinato la vita. Adesso, dopo un servizio delle Iene, abbiamo scoperto che il prete stava in un paesino in montagna a 800 chilometri da Napoli a insegnare Catechismo sotto falso nome. È stato chiaramente protetto dai vertici».
Ai giardini di Castel Sant’Angelo anche la testimonianza di Giuseppe Consiglio, sordomuto, ex alunno dell’Istituto Fortunata Gresner di Verona collegato con il Provolo. «Sono stato abusato nel ’94 quando frequentavo l’istituto. Le suore mi portavano nella chiesa di Santa Maria del Pianto e mi lasciavano solo con don Michele Agostino che mi ha violentato ripetutamente. È stato molto difficile per me poter denunciare quello che mi facevano perché non parlavo e non sapevo ancora nemmeno la lingua dei segni. Questo prete non è stato condannato e vive ancora dentro l’istituto Provolo».