Omicidio Trepuzzi: “Fondato il pericolo che Spagnuolo volesse fuggire”

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“Sussistono le condizioni per ritenere fondato il pericolo che lo Spagnuolo volesse darsi alla fuga, anziché costituirsi”. Con queste parole, il gip Vincenzo Brancato sottolinea la necessità di convalidare il decreto di fermo emesso dal sostituto procuratore Luigi Mastroniani e disporre la misura cautelare del carcere per l’omicidio di Teresa Russo.

“Il pericolo di fuga – continua il Giudice nell’ordinanza – permane immutato non risultando, allo stato, che lo Spagnuolo abbia compreso appieno l’estrema gravità della condotta delittuosa posta in essere, reiterata e non adeguatamente motivata”.

Nell’udienza di convalida tenutasi, ieri mattina presso, il carcere di Borgo San Nicola (come in precedenza davanti al pm), Spagnuolo ha riferito al Gip, l’intenzione di raggiungere i binari e buttarsi sotto un treno, “senza poi attuare il proposito, non avendone avuto il coraggio”.

“Non si rinvengono in atti – ha aggiunto il dottor Brancato nell’ordinanza – elementi favorevoli all’indagato che anzi, interrogato dal pm, ha dichiarato di avere infierito sulla moglie con diversi fendenti alla gola, facendola cadere a terra, dopo che la stessa aveva tentato difendersi adagiata sul divano”.

Il giudice sottolinea anche come Spagnuolo “ha immediatamente ammesso le proprie responsabilità”

L’udienza di convalida

Il pensionato, difeso dall’avvocato Antonio Savoia, ha ribadito la propria versione dei fatti fornita in caserma. Con l’aiuto dell’interprete della lingua dei segni, ha confessato ancora una volta di aver ucciso la moglie. Stando al suo racconto, Teresa Russo lo avrebbe aggredito per prima con un coltello. Dopo averla disarmata, l’uomo l’avrebbe colpita più volte. Si tratterebbe, presumibilmente, di due momenti distinti della lite che escluderebbero la legittima difesa.

La ricostruzione dei fatti

Nel primo pomeriggio di lunedì, il 77enne trepuzzino ha impugnato un grosso coltello da cucina e ha accoltellato la moglie al culmine dell’ennesima lite. La 57enne è stata ritrovata senza vita nella sua abitazione di via Generale Papadia.

Il giudice, nell’ordinanza, ritiene che “alla luce degli sms inviati dal predetto, l’omicidio risultava commesso prima delle ore 16.00”. L’uomo ha lasciato il corpo della moglie riverso per terra ed ha chiuso la porta di casa. Subito dopo, ha raggiunto la Caserma dei Carabinieri per lasciare un biglietto in cui erano indicati solo il nome della vittima e la via dove abitava.

Come afferma il dr. Brancato nell’ordinanza, “all’esito della perquisizione personale e veicolare eseguita nei confronti dell’indagato sono stati rinvenuti biglietti manoscritti del medesimo, allo stato parzialmente incomprensibili”.

L’uomo dopo l’omicidio ha fatto perdere le sue tracce. È stato ritrovato dai carabinieri a pochi passi dalla stazione ferroviaria, dov’era giunto in macchina.

I gravi indizi

Il pericolo di fuga è uno dei motivi per cui il Pubblico Ministero, Luigi Mastroniani, aveva chiesto la convalida del decreto di fermo. Senza contare il «grave quadro indiziario» emerso nei confronti dell’uomo. Nella macchina, ad esempio, è stato ritrovato un asciugamano intriso di sangue e anche gli indumenti che indossava erano ‘macchiati’. Inoltre, l’uomo presentava delle escoriazioni sul corpo, dovute presumibilmente alla colluttazione.

Vincenzo Spagnuolo risponde dell’ipotesi di reato di omicidio volontario aggravato dall’essere stato commesso contro il coniuge.

Nella giornata di oggi, il medico legale Alberto Tortorella dovrebbe eseguire l’autopsia sul corpo della povera Teresa Russo.

Ultima modifica: 19 luglio 2018 11:11

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