I condomini, i vicini, i parenti, la stessa interprete alla quale si appoggiava Teresa per il suo deficit, lo stesso handicap che aveva il marito. Tutti erano a conoscenza dei dissapori tra la coppia, maturati negli anni, che la donna raccontava ma che non si sentiva di denunciare.
Anche se aveva paura di lui e delle sue reazioni mai aveva manifestato la volontà di sporgere denuncia. Era buona Teresa, così la ricordano tutti. Era una grande donna che si era sempre fatta forza, che aveva sempre riaccolto il marito in casa tutte le volte che lui andava via, e che lo aveva sempre perdonato. Aveva perdonato i suoi scatti d’ira, le sue sfuriate con la speranza continua che prima o poi sarebbe cambiato qualcosa, e che quelli erano solo periodi poco felici. Mai avrebbe potuto immaginare il peggio. Mai avrebbe potuto immaginare la fine che le sarebbe toccata
A raccontarlo sono i suoi amici più cari, altri che come lei e il marito avevano la stessa forma di handicap invisibile. Quello della sordità. Con loro da qualche tempo non condivideva più serate ed eventi. Suo marito non voleva, e lei a malincuore acconsentiva. Ma gli ultimi tempi la situazione era peggiorata. Negli ultimi tempi lei aveva paura, e lo aveva confidato alla sua interprete. «L’ho sentita spaventata, soprattutto ieri sera – racconta l’interprete, Sabrina Panna – e la cosa mi ha dato da pensare. Ho un presentimento, mi diceva, perché mi ha tolto le chiavi della camera ed ho paura che di notte possa accadere qualcosa. Se ho bisogno posso chiamarti anche di notte? Questo mi diceva. Io cercavo di rassicurarla, ma anch’io ero preoccupata».
Teresa, dopo aver deciso di separarsi, si era fatta accompagnare dalla sua interprete per farsi aiutare presso un avvocato leccese, Yuri Chironi, che, secondo quanto raccontato dagli amici della vittima, le aveva consigliato di dormire in camere separate e chiudersi a chiave. Ma Michele Spagnuolo domenica sera le aveva tolto le chiavi della camera, e Teresa aveva paura. «Mi ha confessato la sua paura ancora una volta, sia nella mattinata quando è andata a lavorare, sia mezz’ora prima dell’omicidio – continua l’interprete – quando mi ha detto che non aveva idea di cosa potesse fare il marito. Le aveva chiesto del denaro dicendo che poi l’avrebbe lasciata libera, e lui se ne sarebbe andato. E che aveva scritto una lettera che aveva nascosto in casa chissà dove».
Teresa si era raccomandata all’interprete di cercarla nel caso ce ne fosse stato bisogno, e che forse tra quelle righe potevano esserci scritte le motivazioni dell’allontanamento dell’uomo. Ma quella lettera, in tutto quel marasma che c’era tra cucina e le altre camere della casa non è stata trovata.
Della sua profonda paura la 57enne non ne aveva fatto mistero né con le amiche, e né tanto meno con la sorella. «L’ultima volta che ci siamo viste – racconta tra le lacrime e in preda alla disperazione la donna – è stato ieri sera. Abbiamo preso un caffè insieme e lei era spaventata, glielo si leggeva in faccia. Non doveva restare in quella casa. Non poteva abbandonare il tetto coniugale le era stato detto, e sotto quel tetto ha trovato la morte».
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