“Gioielli e viaggi coi soldi dell’istituto dei sordi” di Palermo: passa troppo tempo, caso prescritto

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Con i soldi destinati all’istituto dei sordi di Palermo, secondo l’accusa, avrebbe comprato gioielli e pagato spese di pranzi e di viaggio. Ma Ciro Sucato, che dell’istituto è stato componente del cda, non potrà essere condannato. Almeno in sede penale.

Il tribunale di Palermo ha dovuto prendere atto che è passato troppo tempo dai fatti – quasi 13 anni – ed è quindi scattata la prescrizione.

I tempi del giudizio, scrive il Giornale di Sicilia, sono stati dilatati da un imprevisto: giudici e cancellieri non avevano tenuto conto del fatto che Sucato aveva un difensore, l’avvocato Giuseppe Di Stefano, al quale non sono stati notificati gli atti giudiziari.
Quando, per rimediare alla nullità, si è dovuto fare ripartire il procedimento dall’inizio il tempo aveva ormai azzerato il caso.

Nel frattempo gli altri imputati sono stati condannati: uno, Alfredo Oneto, a 4 anni con il rito ordinario; gli altri, tra cui l’ex presidente dell’ente Giacomo Maria Sgroi e l’ex direttore amministrativo Davide Salvatore Cutrona e l’ex direttore generale Maurizio Tarallo hanno patteggiato varie pene.

Evitata la condanna penale, per Sucato è arrivata invece quella della Corte dei conti: 32 mila euro, la parte a lui attribuita di un danno erariale calcolato in circa 450 mila euro. Erano spese “estranee a fini istituzionali”. E tra queste spese vanno comprese quelle per una pizza collettiva costata 2.500 euro

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