Ravenna, sabotate le barche dei pescatori disabili

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Ieri mattina, in teoria, dovevano uscire in mare per l’ennesima volta, sempre con l’obiettivo di imparare i rudimenti del difficile mestiere del pescatore. Ma quando, verso le cinque, sono arrivati al loro capanno nell’area Baiona, si sono imbattuti in uno spiacevole “imprevisto”. Le loro due barche, infatti, giacevano sul fondale, con lo scafo tutto bucherellato.

Pescherecci (immagine generica) (reuters)

Affondate, deliberatamente, da una mano che al momento resta ignota. Un sabotaggio che costringerà i ragazzi della cooperativa sociale “Sara” di Ravenna – cinque sordomuti che, con l’aiuto di un paio di istruttori, stanno apprendendo il mestiere del pescatore – a rinunciare alla navigazione almeno per qualche giorno, in attesa di apportare le necessarie riparazioni.

«Abbiamo due imbarcazioni – ha spiegato Giovanni, uno dei dipendenti della cooperativa, al Resto del Carlino della città romagnola – una in legno e una in vetroresina. Stiamo insegnando a questi ragazzi il mestiere da un paio di settimane. Minacce? Questo è un ambiente strano, è ovvio. Ma sembrava che ci avessero accettato. Ci avevano anche indicato una zona dove pescare. Però di notte qui c’è diversa gente». Stando a quanto riporta l’edizione locale del quotidiano, infatti, il clima in Baiona è tutt’altro che sereno, a causa della tensione che si respira tra i pescatori regolari e chi pesca di frodo con i turbo soffianti. Tensione che spesso si è materializzata sotto forma di capanni dati alle fiamme, motori rubati e barche affondate.

Sul caso indagano i Carabinieri, ma quel che è certo è che almeno per il momento i ragazzi non rappresentano di certo una seria minaccia concorrenziale per gli altri pescatori. La cooperativa, infatti, sta formando i cinque sordomuti e per ora lavora in perdita. “Spesso torniate a terra senza aver preso nulla – ha aggiunto Giovanni – E con noi ci sono anche due ragazze che non fanno quindi lavori particolarmente pesanti. Però tutti i ragazzi si impegnano, sanno che possono crearsi un’attività, ci credono. E noi li aiutiamo. Poi arrivano certi soggetti ed ecco cosa succede”. I giovani di “Sara”, comunque, non hanno alcuna intenzione di gettare la spugna, e si sono già messi al lavoro per riparare le imbarcazioni. Già lunedì sperano di tornare a lavorare almeno con un mezzo

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