Interviste e selfie nella caccia al tesoro per non udenti

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Don Ntugu: “Celebro anche col linguaggio dei segni”

Intervistare un gelataio e poi chiedergli di fare un video cantando, fermare due persone e invitarle a scattarvi una foto davanti alla statua della Madonna al centro di Borgomanero. Facile per chi non è rallentato dall’handicap, un po’ più complicato per chi ha una disabilità uditiva e spesso si trova davanti persone che non si rendono conto della sua difficoltà: sono queste alcune delle prove della «caccia al tesoro» organizzata domenica pomeriggio a Borgomanero dal Movimento apostolico sordi della diocesi di Novara.

MARCELLO GIORDANI

Venti partecipantiUna ventina di persone sorde dalla nascita si sono cimentate negli «Urban Games» e il risultato è degno di un’indagine sociologica per capire quante difficoltà incontra un sordo nella vita di tutti i giorni. Nella diocesi di Novara un sacerdote originario della Guinea Equatoriale, don Antimo Ntugu, si è specializzato nel linguaggio dei sordi ed ogni mese celebra una messa «bilingue», comprensibile anche a chi non sente. «Ho frequentato dei corsi e ho imparato la lingua dei segni – racconta -. Anche nelle parrocchie, che hanno un alto grado di sensibilità, non è facile fare capire quante difficoltà incontra ogni giorno chi ha gravi problemi di udito.

Ad esempio, il sordo deve comprendere quello che dice il sacerdote attraverso il labiale, quindi deve sempre potere vedere bene chi celebra messa, allora è necessario tenere i banchi delle prime file a disposizione dei sordi. Quanto è stato difficile farlo capire!».

Le catechiste formateSempre in diocesi sono attive tre catechiste che lavorano con le persone affette da sordità: Anna De Paoli, Monica Martino e Isabella Degritti. «Mentre la cecità viene percepita dall’opinione pubblica come un handicap serio e suscita attenzione – dicono le catechiste – della sordità manca quasi completamente la percezione, spesso l’interlocutore non si preoccupa di parlare in modo da farsi capire attraverso il labiale. C’è ancora molto da fare: la caccia al tesoro è uno strumento per fare incontrare le persone. Il Movimento apostolico sordi è nato 25 anni fa dall’intuizione di un sacerdote di Gozzano, don Giuliano Ruga, e si propone come punto di riferimento per queste persone, che quotidianamente devono superare ostacoli e non vengono facilitate nella vita di relazione». Alla caccia al tesoro le squadre avevano all’interno anche un «udente», in grado di supportare i compagni: «E’ stata una bella esperienza – dicono i protagonisti – sicuramente da ripetere».

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