Pedofilia all’istituto argentino Provolo. Ci potrebbero essere altri 3 accusati

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Una testimone ha parlato di altri tre uomini, di cui uno vestito da prete, sarebbero coinvolti

Sono 5 i detenuti e una latitante per lo scandalo pedofilia riguardante l’istituto Antonio Provolo in Argentina. Oltre al sacerdote veronese Nicola Corradi, agli arresti domiciliari per via dell’età e della salute, c’è un altro religioso Horacio Corbacho e tre amministrativi: Jorge Bordon, José Luis Ojeda e Armando Gomez. La latitante invece è la suora giapponese Kosaka Kumiko, accusata di complicità negli abusi sessuali commessi sui bambini sordomuti dell’istituto.

A questi soggetti, si potrebbero aggiungere altri 3 uomini, di cui uno vestito come un prete, ma al momento non è certo se indossasse soltanto gli abiti o se fosse un religioso a tutti gli effetti. Queste nuove rivelazioni sono state fatte da una vittima che oggi ha 23 anni ma che all’epoca delle violenze ne aveva soltanto 13. La sua testimonianza è stata riportata da Ignacio de la Rosa per il giornale argentino Los Andes, tradotto Roberta Pietra per la Rete L’Abuso Onlus.

A quanto riferito dalla giovane, oltre agli accusati avrebbero partecipato alle violenze altre tre persone, tra cui appunto un presunto sacerdote. Anche questa vittima ha riferito di essere stata portata in una soffitta e incatenata prime di essere abusata. Un dettaglio che coincide con altri emersi durante le indagini, anche se la 23enne ha dichiarato di essere stata violentata in una stanza diversa da quella in cui gli investigatori avevano trovato tracce delle catene. Inquitante anche il nome che veniva usato dagli aguzzini per descrivere la stanza degli abusi: la casetta di Dio.

Oltre alle testimonianze delle vittime, a complicare il quadro accusatorio a carico dei presunti colpevoli di abuso, ci sarebbe anche altro materiale trovato nei computer oppure conservato in CD o chiavette elettroniche. Ci sarebbero anche fotografie compromettenti, pannolini insanguinati usati per tamponare le ferite lasciate sul corpo delle vittime abusate e anche pillole anticoncezionali da somministrare alle bambine violentate.

 

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