E’ uscito nelle librerie “Lussuria”, il nuovo libro-inchiesta di Emiliano Fittipaldi che indaga sugli scandali sessuali del Vaticano e sulla piaga degli abusi sessuali sui minori da parte di religiosi. Ed è in quelle pagine che viene testimoniato come anche alcune importanti cariche ecclesiastiche abbiano cercato di bloccare o di insabbiare numerosi processi per pedofilia.
Tra i nomi di spicco c’è quello del cardinale Tracisio Bertone, già fitito alla ribalta delle cronache per aver sottratto alcuni soldi destinati all’ospedale Bambin Gesù di Roma per pagarsi i lavori di ristrutturazione del suo attico in centro città. In questa occasione il cardinale avrebbe partecipato ad una riunione riservata con alcuni vescovi e monsignori americani, rifiutandosi di aprire un processo canonico contro un pedofilo che aveva violentato alcune sarazzine sordomute e disabili.
La sua teoria è che fosse passato troppo tempo dai fatti e che, comunque, dei sordomuti andavano visti come dei «menomati» che probabilmente non sarebbero stati in grado di portare prove. da qui la sua decisione di suggerire l’archiviazione della questione attraverso «un salutare ammonimento».
E se il cardinal Bertone ritiene che si potesse soprassedere ad uno stupro di alcune ragazzine disabili attraverso una fraterna ammonizione, ben diverso fu il suo tentativo di usare la pedoflia come pretesto per creare odio verso alcuni gruppi sociali. Difficile è dimenticare come fu lui, nel 2010, a sostenere pubblicamente che esistesse una fantomatica correlazione tra la pedofila e l’omosessualità. Peccato che poi cercasse di poteggere chi le bambine le stuprava per davvero, preoccupandosi di accusare e condannare della gente per bene totalmente estranea a simili atti.
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