Provolo, don Corradi rimane in carcere

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Passerà il Natale dietro le sbarre, nel padiglione 5 – quello riservato ai detenuti per reati sessuali – della prigione di Boulogne Sur Mer a Mendoza, in Argentina, don Nicola Corradi, il religioso veronese di 82 anni accusato di abusi sessuali aggravati commessi nell’istituto Antonio Provolo di Lujan de Cuyo, per bambini sordomuti.

24 dic 2016

Nell’udienza di garanzia, il giudice Patricia Alonso ha infatti respinto la richiesta di beneficiare della detenzione domiciliare, a motivo dell’età avanzata e delle condizioni di salute, presentata dal legale di don Corradi. Rimane in carcere anche l’altro religioso arrestato per gli stessi capi d’accusa, l’argentino Horacio Corbacho di 56 anni, appartenente alla congregazione la cui casa madre si trova a Verona. Stessa sorte anche per i tre impiegati laici Armando Gomez, Jorge Bordon e José Luis Ojeda.

Il prete veronese è giunto in tribunale in sedie a rotelle. Il giudice ha rigettato anche tutte le altre istanze sulla «competenza giurisdizionale» e di «nullità dell’azione penale» presentate dai legali dei sacerdoti accusati di abusi sessuali sui minori.

Il pubblico ministero Fabricio Sidoti, il primo a seguire il caso, intervistato dall’emittente televisiva Tn, ha intanto confermato che i casi di abuso sui quali si sta indagando sono 25 e che questo numero potrebbe aumentare. Il magistrato, secondo quanto scrive Mdz online, ha aggiunto che si indagherà anche su eventuali complicità da parte delle suore dell’istituto per bambini sordomuti e ipoudenti. L’indagine sul Provolo è ora nelle mani di un altro pubblico ministero, Gustavo Stroppiana. Sidoti è infatti stato sospeso per la sua gestione del caso di Ayelén Arroyo, una ragazzina assassinata dal padre, che non era stato arrestato nonostante le denunce di violenza. Il procuratore Alejandro Gullé ha però assicurato che non ci saranno contraccolpi: «Le indagini sono a un punto molto avanzato, possono cambiare le persone, ma l’investigazione prosegue».

Hector Aguer, l’arcivescovo di La Plata, altra città coinvolta nello scandalo, commentando le denunce che hanno sollevato grandissima impressione in tutto il Paese sudamericano, ha confessato di provare vergogna per il «crimine abominevole» di cui sono accusati alcuni sacerdoti. L’arcivescovo ha poi sottolineato che la Chiesa «prevede procedure severissime» per questi casi.E.S

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