Protagonisti una restauratrice di Zola Predosa, una coppia di Ponte Ronca e un barista di Bologna
di MARCELLO GIORDANO
Bologna, 21 novembre 2016 – Li definiscono ‘disabili invisibili’. Perché non ci accorge a prima vista delle difficoltà con cui sono chiamati a fare i conti. È questa la brutta etichetta con cui deve convivere chi ha perso o non ha mai avuto l’udito. Ma i sordi sono stanchi di passare inosservati e hanno tutta l’intenzione di farsi ascoltare: «C’è un muro e deve cadere. Basterebbe poco», solo qualche sottotitolo in più.
E’ la battaglia che hanno ingaggiato Chiara Fiori, Marcello Gombia, Federica Andreani e Daniele Casapieri. Chiara è di Zola Predosa ed è restauratrice di professione, Marcello e Federica sono una coppia di Ponte Ronca, impiegati, mentre Daniele è della provincia di Arezzo, ma lavora come barista a Bologna per mantenersi gli studi all’Accademia delle Belle Arti. Sono tutti ragazzi sordi oralisti (ovvero non muti), tra i 26 e i 30 anni, e data la loro disabilità non possono accedere al servizio televisivo, se non in limitate fasce orarie. Pur pagando il canone, ovviamente.
Ma non è la vuota polemica che questi ragazzi vanno cercando, bensì i contenuti: «Noi il canone lo paghiamo volentieri: ma chiediamo pure che, come in altri paesi europei, ci siano sottotitoli 24 ore su 24, perché altrimenti seguire telegiornali, documentari e film ci è impossibile. Così ci si esclude dalla realtà in cui vogliamo essere inclusi come tutti». Richiesta legittima. Ma fin qui rimasta inascoltata dalle televisioni del servizio pubblico e non.
E allora Chiara, Marcello, Federica e Daniele hanno realizzato un video in cui, attraverso dei cartelli, si chiede appunto l’utilizzo dei sottotitoli. Per l’esattezza due video che sui social sono diventati virali e nel giro di un mese hanno raccolto quasi 30mila visualizzazioni. A questo si aggiunge una petizione online, sul portale change.org, a cui mancano 13mila firme per arrivare alla quota di 75mila necessaria per essere ufficialmente depositata.
«Ci ha ispirato Sara Giada Gerini, atleta della nazionale sordi di volley che da tempo opera per i diritti dei non udenti e contro pregiudizi e luoghi comuni legati alla disabilità». Il principale? Quello che chi è sordo debba essere anche muto, mentre i non udenti possono comunicare e pure parlare. E magari discuterebbero volentieri di informazione, documentari e film se le televisioni mettessero a loro disposizione i sottotitoli. L’articolo 3 della Costituzione recita come sia compito dello stato rimuovere ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando la libertà e l’eguaglianza, impediscano il pieno sviluppo delle persona e la partecipazione alla vita sociale. Chiara, Daniele, Marcello e Federica vogliono ricordarlo alle emittenti e chiedono a tutti di unirsi alla loro battaglia di diritto: «Condividete il nostro messaggio e firmate la petizione».
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