“In merito al riordino dell’ente, a 17 anni di precariato sono seguiti sette mesi di silenzio da parte del ministro Giannini”, denuncia il sindacato
“Dopo vent’anni di precariato, ancora si attende un regolamento di riordino e una pianta organica dell’Istituto statale per sordi. I lavoratori dell’Istituto -, di cui circa la metà con disabilità gravi – hanno sempre garantito servizi essenziali all’inclusione e all’autonomia delle persone sorde, che non sono svolti da nessun altro ente pubblico. Quale assetto futuro intende dare il Miur all’Istituto statale per sordi e quale rapporto di lavoro prevede per i suoi dipendenti?” chiede Nidil Cgil al ministro dell’Istruzione, università e ricerca, Stefania Giannini.
“In mancanza di finanziamenti pubblici, l’Istituto si è mantenuto autonomamente, riuscendo anche ad aumentare i servizi offerti gratuitamente ai cittadini. Questi risultati sono stati ottenuti grazie all’impegno dei propri dipendenti. Dal luglio scorso, l’Istituto versa in gravi difficoltà finanziarie, che mettono a rischio il pagamento degli stipendi. Quali interventi finanziari ha previsto il ministero per la solvibilità degli impegni sottoscritti e per la sostenibilità dell’Istituto?”, domanda ancora la sigla Cgil.
“Il 17 marzo scorso, il ministro Giannini, in visita presso il nostro Istituto, ha personalmente e pubblicamente promesso di fornire risposte entro trenta giorni. Dopo sette mesi non abbiamo ancora ricevuto nulla. Dopo 17 anni di precariato, svolto nella totale assenza delle istituzioni, e durante il quale abbiamo garantito l’esistenza economica dell’Istituto e offerto servizi di pubblica utilità a scuole, famiglie, persone sorde e istituzioni, meritiamo rispetto e chiarezza”, conclude Nidil.