Luca (il nome è di fantasia) è un ragazzo sordo. Come ogni altro abitante di Amatrice è abituato alle piccole scosse di terremoto che frequentemente colpiscono una zona considerata a rischio sismico. Lui però, a causa dei problemi all’appartato uditivo, ha sempre percepito le vibrazioni in maniera più sensibile rispetto agli altri abitanti della zona.
E forse, è stato proprio quel problema all’udito a salvargli la vita. Un deficit divenuto un vantaggio capace di fare la differenza. «Ero a letto quando ho sentito la scossa – spiega il ragazzo – Ho visto le catene che circondano il muro entrare in trazione. Non ho avuto paura, ci sono abituato e non mi sembrava così forte. Poi però ho sentito un’altra scossa e allora ho svegliato mio fratello e siamo usciti. Fuori, in paese, non c’era nessuno. É stato a quel punto che una terza scossa, più violenta, ha fatto crollare le case. La gente scappava via – continua il ragazzo – Tenevano in braccio i bambini, erano tutti in pigiama, piangevano e urlavano. Ho aiutato come potevo poi sono arrivati i soccorsi e sono andato a riposarmi fuori da Amatrice, nella stalla di famiglia».
A pochi chilometri di distanza da Amatrice, Luca adesso mangia insieme al fratello, in un agriturismo: «Vorremmo aiutare, ma ci hanno detto che se non siamo volontari già registrati è meglio che non facciamo niente. Rischiamo solo di fare confusione. Quindi adesso penso solo a riposarmi. Non ho paura. Qui siamo abituati».