Sassuolo, disabile aggredito per la catenina d’oro

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L’EPISODIO ha dell’inquietante, sia perché accade a due passi dal centro, su una strada di forte passaggio e in pieno giorno, sia perché a esserne vittima è un disabile 34enne che stava percorrendo, a piedi, la ciclabile di via San Francesco: un ciclista gli ha strappato con forza la catenina d’oro. Sono le 13: un’ora dopo, lunedì in stazione, uno scippo analogo ai danni di un 69enne, per il quale sono state arrestate due persone.

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La pista ciclabile di via San Francesco. Qui è stato avvicinato e aggredito il 34enne

«Dell’episodio della stazione non sapevo nulla: io so quello che è accaduto a mio figlio, e so che non trovo parole per condannare un atto perpetrato in modo così vigliacco», racconta al ‘Carlino’ il sassolese F.M, 65 anni, autista in pensione che, dopo avere fatto denuncia ai carabinieri, ha scelto di rendere pubblico cosa è successo perché, dice, è giusto che la gente faccia attenzione. «Mio figlio, disabile, frequenta l’Anffas, e proprio all’Anffas stava andando da casa nostra, come sempre a piedi, quando un ciclista lo ha affiancato e gli ha strappato dal collo la catenina d’oro», racconta, spiegando come il tragitto che il ragazzo, 34 anni, percorre quotidianamente va dalla zona di villa Fiorita a via Matteotti, attraverso appunto via San Francesco.

E’ lì che il ragazzo, sordomuto, è stato vittima del furto, «e se per la catenina dico pazienza, sul resto devo mordermi la lingua per non dire quello che penso: è stata l’educatrice dell’Anffas ad avvisarmi dell’accaduto, ed è inutile che aggiunga che mio figlio era molto spaventato». Nessun danno di rilievo – la piccola ferita provocata dallo strappo è stata disinfettata subito, ma era poco più di un’escoriazione – ma forte disappunto da parte del genitore, che ha denunciato il fatto alla stazione cittadina dei carabinieri e si è poi dedicato a rassicurare il ragazzo. «Perché ha preso paura, e diceva che non voleva più andare all’Annfas a piedi, nonostante ci abbiamo messo tanto ad abituarlo a guadagnare un po’ di autonomia. Non trovo parole – chiude il sassolese – per descrivere l’amarezza, e mi chiedo chi può essere così vigliacco da prendersela con un ragazzo come mio figlio».

Tutti da verificare, ovviamente, i collegamenti tra quanto accaduto al 34enne e quanto successo, poco dopo, nella zona della stazione, ma da una parte le analogie sono inquietanti, dall’altra l’episodio di via San Francesco è di una gravità tale da giustificare appieno lo sdegno del genitore.

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