Tre anni fa alla scuola dell’Infanzia Vittorina Girardi Prato di Maccagno, con Pino e Veddasca ho inserito un percorso di lingua dei segni italiana per la presenza di un bambino sordo.
Il progetto inclusivo aveva come obiettivo quello di donare pari opportunità e accessibilità all’alunno, offrendo agli allievi udenti l’occasione di poter entrare in comunicazione con il loro compagno e di arricchire il proprio bagaglio linguistico con una nuova lingua a tutti gli effetti: la LIS.
Erika Morrone
Quest’anno abbiamo deciso di salutare la scuola dell’Infanzia in modo indimenticabile. Grazie a un lavoro di squadra di tutti gli insegnanti e all’impegno di circa 60 bambini, la festa di fine anno si è svolta davanti a un pubblico di circa 150 persone, tra cui anche il sindaco Fabio Passera. Il programma dell’intensa mattinata prevedeva uno spettacolo, una canzone, la consegna degli attestati ai bambini che andranno alla scuola primaria e attività per genitori e figli.
Il titolo della storia teatralizzata era «In fondo al mar» e la protagonista ero io nelle vesti di una pesciolina pagliaccio, che dopo tanti viaggi era rimasta sola e senza amici. Varie avventure e peripezie le hanno fatto incontrare magnifici esemplari di vongole, granchi, cavallucci marini, stelle marine e polipi, con cui ha condiviso dei simpatici balletti coreografati dal maestro di musica.
Alla fine, tutti insieme si riuniscono sul palco in una grande festa per dire addio alla vita solitaria e abbracciare il mondo dell’amicizia. Durante lo spettacolo parlavo e segnavo, per rendere il messaggio accessibile sia agli udenti che ai sordi.
Recitavo in rima, in LIS e in italiano segnato. Cinzia Molteni, la coordinatrice e insegnante di classe della sezione dei grandi, ha commentato così: «Sono contenta perché non si è trattato di un lavoro annuale in funzione dello spettacolo, bensì ciò che i bambini hanno appreso sotto forma di lezione e attività ludica è stato messo insieme dagli insegnanti per creare solo in un secondo momento il prodotto finale. I bambini si sono ritrovati già pronti e preparati per la propria rispettiva parte senza l’ostacolo dell’ansia da prestazione, poiché tutto era piuttosto naturale. Hanno partecipato in modo propositivo, divertiti dalle scenografie e dai costumi creati da loro stessi e le loro maestre.
Ogni prova della rappresentazione teatrale veniva arricchita da rifacimenti e arricchimenti dal pesce pagliaccio.» In un secondo momento i bambini grandi hanno indossato maglie scure e guanti bianchi per interpretare la canzone de «Voglio un mondo a forma di cuore” cantando e segnando un messaggio di pace, d’amore, la volontà di volersi incontrare e volersi bene.
Il maestro di musica Francesco Negrisolo, musicista itinerante in vari concerti europei, ha sempre accolto con entusiasmo il progetto di far cantare i bambini accompagnando la parola ai segni. Non ha mai visto come limite al ritmo e all’intonazione l’uso dei segni, anzi ha sempre evidenziato quanto essi fossero utili anche per la memorizzazione del testo e per dare maggiore espressività all’interpretazione. Per rendere ancora più magico e importante l’evento, alla consegna degli attestati ho indossato il mio naso clown e accanto a me c’era una simpatica mascotte dal naso rosso e il fiocco enorme blu, Fabio Miali anche lui sordo, che col righello prendeva le misure della loro altezza per decidere se fosse idonea alla scuola futura.
I commenti della giornata sono stati tutti entusiastici e abbiamo potuto vivere la sordità come un valore aggiunto nel nome dell’amicizia e della solidarietà. In fondo al mar i segni diventano sogni!
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