Immaginate un sordo e un cieco impegnati in un dialogo al centro dell’agorà, della piazza cittadina. Cosa si diranno? Come comunicheranno tra loro? E come affronteranno quotidianamente gli ostacoli e le paure legate all’isolamento, che spesso consegue alla disabilità?
L’ultima tappa del progetto “La nostra cittadinanza: immaginario e sogni dei non vedenti”, che conclude un percorso durato quasi un anno, è un esperimento sull’abbattimento delle barriere, sull’inclusione e sulla conoscenza reciproca.
Con un incontro pubblico che, attraverso una serie di testimonianze personali, tra cui quella dello scrittore Pino Roveredo, chiama tutti a interrogarsi sui potenziali cognitivi e comunicativi di cui siamo portatori, sulle barriere che ci dividono, sulle difficoltà di relazione, su una normalità possibile da realizzare come cittadini di un’unica città. Un esperimento che a Trieste mercoledì 29 giugno, alle 17.30 nella Sala Maggiore della Camera di Commercio, metterà insieme, attorno a un tavolo, ciechi, sordi e persone con diversi tipi di disabilità, per raccogliere le loro testimonianze di vita e raccontare le diversità delle disabilità e per stimolare un dialogo che porti oltre le disabilità.
“La nostra cittadinanza” significa in primo luogo un’analisi sullo stare insieme, il relazionarsi, Il progetto a carattere divulgativo/formativo è stato presentato con successo in diverse scuole di tutte le quattro province della Regione FVG e nei cinema, per raccontare la diversità, anche attraverso la proiezione di alcuni estratti dal documentario “ La spada invisibile” di Massimiliano Cocozza che svolge un curioso interrogativo: cosa sognano i ciechi? Anche in questo appuntamento, per dare il via alla dibattito, si partirà dalla proiezione degli estratti del film, che “Laddove è stato proposto” – racconta la prof.ssa Gabriella Valera, presidente dell’associazione Poesia e Solidarietà – “ha acceso interrogativi più ampi: riflessioni sui potenziali cognitivi e comunicativi di cui siamo portatori, sulle barriere che ci dividono, sulle difficoltà di relazione, su una normalità possibile da realizzare come cittadini di un’unica città”. Con quest’incontro, organizzato dall’associazione e intitolato “Comunicare oltre le disabilità”, si allargherà il campo a un discorso che coinvolge le diverse disabilità, introdotto dal saluto della Regione FVG dal consigliere Franco Codega.
Ospite d’eccezione dell’appuntamento, introdotto dalla prof.ssa Gabriella Valera, sarà Pino Roveredo, scrittore e giornalista, operatore di strada afferente a diverse organizzazioni umanitarie che lavorano in favore delle categorie disagiate, che dopo la proiezione del filmato porterà la sua testimonianza di vita. “Sono nato nel 1954 da una famiglia normalissima – racconta Roveredo -. Per me ‘particolari’ erano gli altri. Mio padre e mia madre erano sordomuti, da cui il mio primo soprannome di ‘figlio dei muti’. I miei primi ricordi sono di affetti rumorosi: i sordomuti quando abbracciano, abbracciano davvero e quando baciano, baciano davvero”. Al suo intervento, intitolato “Guardare con gli occhi”, seguiranno le testimonianze di Maria Chiara Coco (associazione Diritto di Parola), Giuseppe Cocevari, giovane protagonista del film “Voci nel buio” del regista Rodolfo Bisatti, Sebastian Stuparich (associazione Diritto di Parola), Fernanda Flamigni – autrice insieme a Tiziano Storai di “Non volevo vedere” (edizioni Ediesse), che racconta la tragedia del ’96, quando suo marito sparò rendendola cieca -, Francesca Lisjak, presidente regionale Ente Nazionale Sordi, Vincenzo Zoccano, presidente della Consulta Regionale dei Disabili. All’incontro parteciperanno inoltre rappresentanti del CEST (Centro educazione speciale Trieste), Jasmin Nonis, dirigente scolastica del Liceo artistico “Nordio”, e Alfredo Sidari, presidente di Azzurra, Associazione Malattie Rare On