È una delle “Obstacle Race” più partecipate d’Italia, e a confermarlo sono i quasi 3000 iscritti della prima tappa di quest’anno che si terrà Sabato 7 maggio a Cenaia in provincia di Pisa.
Le Obstacle Race sono eventi sportivi che mettono alla prova la resistenza e la capacità di superare i propri limiti, ma non solo. Nate in origine negli Stati Uniti, dove vantano ormai 4 milioni di partecipanti all’anno, già ambiscono a diventare disciplina olimpica e stanno conquistando sempre più appassionati anche nel nostro paese.
A testimoniarlo un campionato di ben 10 corse sparse in tutta Italia, tra cui spiccano le Inferno Run del 7 maggio e del 22 ottobre, quest’ultima ospitata a Firenze all’interno dell’Ippodromo del Visarno, in un percorso ancora tutto da scoprire.
Il tracciato della tappa del 7 maggio a Cenaia è invece predisposto in una spettacolare tenuta di 500 ettari, misura 12 km e vanta oltre 30 ostacoli artificiali, fiumi, laghi e pozze di fango.
«Quest’anno non ci facciamo mancare nulla per rafforzare l’immagine di Inferno Run come gara top nel panorama europeo, qualificante per mondiali ed europei. Passeremo attraverso paludi, boschi, laghi piccoli e laghi grandi, canali e fossi. Sfrutteremo ogni angolo di questi 500 ettari» – afferma Mauro Leoni, tra gli organizzatori di Inferno Run – «Anche se dal 2015 abbiamo introdotto la possibilità di correre in maniera competitiva, lo spirito della corsa resta quello di una grande avventura sociale, dove aiutarsi è d’obbligo. Le più determinate in tutto questo sono le donne. In una maratona sono poco più del 10% alla Inferno sono almeno un terzo dei partecipanti. Alcuni ostacoli sono stati progettati per non essere superati in solitudine, ci sono scivolosissime pozze di fango dalle quali si esce solo con catene umane formate da perfetti sconosciuti. Altri ostacoli sono invece pensati per mettere alla prova alcune delle nostre paure più recondite».
Una corsa unica e a scopo benefico. Sì perché, come nel 2015, Inferno Run devolverà una fetta degli incassi alla Fondazione Tommasino Bacciotti, Onlus che da più di 15 anni è al fianco dell’Ospedale Pediatrico Meyer impegnata sia nel sostegno di progetti di ricerca medico-scientifica (fino a oggi per oltre 850.000€), sia con il Progetto Accoglienza Famiglie. Grazie a questa partnership con la Fondazione Tommasino Bacciotti, sono in molti i vip che scelgono di sposare la causa di Inferno Run. Nel 2015 è stata la volta dei video messaggi di Leonardo Pieraccioni, Cesare Prandelli, Benedetto Ferrara e Giancarlo Antonioni, mentre nel 2016 sono già arrivati quelli di Massimo Ambrosini, Irene Grandi, Rocío Rodriguez, Rocco Siffredi, Piero Pelù e Jimmy Ghione.
Una competizione che porta con sé storie che regalano speranza e infondono coraggio.
Come quella di Costantin Bostan, paratleta moldavo tra gli iscritti alla Inferno Run, che ha recentemente corso i 42 km della Stramilano contando solo sull’aiuto delle sue stampelle; quella della “I Love Lis”, una squadra composta da 16 sordomuti che ci ricorda come lo sport possa diventare uno strumento per superare gli ostacoli in modo non convenzionale; o quella del paratleta americano Wilson Parnell: alla Inferno Run per supportare “One Leg One Love”, un progetto di crowdfunding nato per ispirare e incoraggiare potenziali paratleti e per supportare lo Shirening Hospital for Children negli Stati Uniti.
E poi ci sono le Baby Inferno: mini “mud run” per i bambini dai 4 ai 13 anni con babysitter inclusa, il cui ricavato, questa volta per intero, sarà devoluto alla Fondazione Tommasino Bacciotti.
A garantire il funzionamento della manifestazione oltre 120 volontari, senza dei quali tutto ciò sarebbe impossibile.
Fonte: Inferno Run – Ufficio Stampa