I sogni dei sordomuti diventano fiabe

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«Anche se Roland non poteva udire, egli vedeva dove altri non riuscivano a vedere, il suo cuore era grande e generoso verso i deboli e la sua mente era aperta al perdono. I suoi fratelli, che avevano capito la lezione, divennero i suoi consiglieri ed egli guidò il suo popolo con grande saggezza per lunghissimi anni». Nel salone del Centro Effatà di Saaba, in Burkina Faso, è già stata servita la cena e come ogni sera i bambini si ritrovano per raccontare fiabe.

giuseppe orrù .- gattinara (vercelli)

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Scrittori del silenzio I bambini del Burkina Faso sono gli autori delle fiabe raccolte da Marcello Valli. Nelle loro storie i cattivi non vengono mai puniti ma perdonati

Le raccontano muovendo le mani, perché sono sordomuti, spesso a causa della meningite, e vogliono trasmettere sogni, speranze, ambizioni e soprattutto paure. Tutti i bambini alzano le mani al cielo e le muovono. È l’applauso dei sordomuti per il loro amico che ha appena raccontato la favola «Il nuovo re», in cui un bimbo si chiede se un giovane può diventare re anche se non sente suoni e parole. Il protagonista dimostrerà che lealtà, bontà d’animo e generosità possono sconfiggere ogni inganno.

Mentre il piccolo cantastorie «segna» la fiaba, un interprete la riporta in francese a Marcello Valli, che scrive veloce su un quaderno. Prende appunti per portare quei racconti in Italia e condividerli con i bambini del suo territorio, il Piemonte, e anche oltre. A loro ha scelto di raccontare le favole africane, di ritorno dai suoi viaggi, e di «discuterle», dopo averle raccolte in un libro, «Le fiabe del silenzio», diventato la «voce» dei bambini che non ce l’hanno. I racconti si possono anche «guardare», grazie ai filmati in cui vengono «segnati», per abbinare la parola scritta alla lingua dei segni.

 

TRA AFRICA E VERCELLESE

Valli, che vive a Ponzone, nel Biellese, e il Rotary club di Gattinara, nel Vercellese, di cui è socio, promuovono questo progetto. «Ogni sera in Burkina Faso – racconta Marcello Valli – rimanevo affascinato dai racconti dei bambini e così è nato un libro, di cui loro sono gli autori. Non pensavo di raccogliere fiabe prive di quella violenza tipica delle favole, me ne sono reso conto solo dopo, rileggendole. I protagonisti sono bambini sordi, che vivono la loro condizione non come handicap ma come prezioso talento. Il sordo non si lascia ingannare dai suoni e sfrutta la sua sordità come un vantaggio». I cattivi, che in tutte le fiabe del mondo sono puniti, qui sono perdonati, «forse perché hanno il concetto del perdono cristiano e perché sono molto grati di essere fortunati tra gli sfortunati».

 

I CATTIVI CHE NON VENGONO PUNITI MA PERDONATI

Ogni fiaba, grazie al libro e ai filmati, ora lancia a «gran voce» un messaggio di integrazione con cui si supera la barriera tra sordi e udenti. Tutte le storie finiscono con il perdono: il cattivo non subisce la meritata punizione, ma viene perdonato e si redime. Un concetto che sorprende i coetanei italiani, a cui Marcello Valli racconta queste storie nelle scuole e negli ospedali. Finita la fiaba, Valli apre un dibattito con i bambini, con una serie di domande. «Solitamente la classe si divide in due: chi è contento per il cattivo che viene perdonato, chi invece vorrebbe una punizione. Ognuno di loro immagina il finale che più gli piace, ma nessuno di loro riconosce una disabilità in chi l’ha raccontata». Ecco perché a Marcello Valli piace ascoltare le favole da chi le vive e chi le sogna. «Perché i bambini sono una risorsa e a 60 anni continuo a imparare».

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