Muoversi agevolmente in città e ogni tanto poter sostare. È l’obiettivo di ogni città normale. Attraversandola con le ruote, di una persona con un impedimento, non è però sempre così.
Gli Assessorati Viabilità, Polizia Municipale e Politiche sociali han voluto vederci chiaro presentando un primo esito per quanto riguarda parcheggi incongrui, permessi di sosta e marciapiedi con ingombri. “Nel 2015 sono state elevate 800 sanzioni”, ha evidenziato Roberto Pastrone Vicecomandante della Polizia Municipale, “per occupazione impropria di stalli (gialli) riservati ad auto con conducente disabile e 7 denunce per uso improprio dei tesserini che abilitano alla sosta”. A tale proposito si ricorda che dallo scorso settembre è scaduto il tesserino autorizzativo giallo e occorre dotarsi dei tesserini identificativi di colore blu, con la foto del conducente, recandosi all’Ufficio Relazioni con il Pubblico di piazza San Secondo. Ma “procede a rilento il cambio dei vecchi permessi “ e, avverte Pastrone, “sono 29 le targhe di auto a nostra conoscenza in circolazione, riconducibili a persone non aventi diritto”.
Maggiori controlli e sanzioni saranno effettuati, anche da parte di una pattuglia di vigili “dedicata”, a verificare l’occupazione degli stalli e dei marciapiedi, chiedendo la collaborazione di Asp, Poste Italiane e dell’Ufficio Suolo Pubblico per ovviare al posizionamento di dispensatori pubblicitari, cassette, cestini e cassonetti che possano essere ostacolo reale o potenziale sui marciapiedi.
“Vedere cosa si è fatto fino ad oggi e che cosa si deve fare in futuro” ha detto l’Assessore Mario Sorba “era lo scopo di questo lavoro, punto di partenza per avere una più città fruibile e adeguata alle legittime esigenze delle persone con disabilità”.
Secondo Vincenzo Soverino, vicepresidente nazionale di Aisla e consulente per la disabilità dell’Assessorato Politiche sociali, “A condizioni idonee la città per tutti è una questione di civiltà e non bisogna abbassare la guardia. Su mobilità e accessibilità stiamo facendo passi avanti, anche fornendo aiuto. Sono ormai 70 le pedane installate in negozi, scuole e uffici della città. Ma molto resta da fare”.
Come è ben presente alle associazioni e a chi vive “il problema”, muoversi in città costruite per chi ha fretta e pensa di avere diritti ex-clusivi, fare un tavolo di lavoro con l’Amministrazione accorcia una distanza, “Siamo passati, ha riassunto l’Assessore Piero Vercelli, dal fare le cose per le persone a fare le cose con le persone”.
E “muoversi in città vuol anche dire fare sport”, lo ha richiamato l’Assessore Giuseppe Basso, annunciando la formazione con i giovani astigiani dell’Ens (Ente nazionale sordomuti) di una squadra di calcetto a cinque e la loro partecipazione agonistica.
Occasioni di integrazione, la cultura dei residenti, il modo di pensare la disabilità diventano quindi rilevanti per una città che oltre ad avere un albergo voglia anche essere, di suo, etica.
Lo hanno richiamato efficacemente Mario Alciati e Adriano Capitolo dell’Unione italiana Ciechi appellandosi a “sfatare il mito che il disabile non è un cliente”.
Richiamo netto alfine di coltivare la maggiore attrattività e fruibilità turistica di Asti, su cui è tornato il Sindaco, ricordando l’allestimento prossimo di una seconda giostrina inclusiva in un parco cittadino e ribadendo l’importanza di sensibilizzare e di sanzionare in presenza di comportamenti poco corretti.
Prevista infatti anche la multa, presentata da Claudia Binello del Servizio Istruzione, definita “morale”, quindi preventiva, curiosa ma schietta, comminata dai bambini delle scuole a chi non ha rispetto delle regole, elaborando un’idea del Consiglio cittadino dei ragazzi.
E chissà che quel che non riesce spontaneo agli adulti riesca grazie al giudizio, impietoso, dei bambini della nostra città