All’ufficio immigrazione di Torino ci sono di nuovo le code

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L'attivazione del nuovo sportello dell'ufficio immigrazione in via Fratelli Ruffini 11, a Torino, 10 marzo 2025. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Nonostante lo spostamento nella nuova sede, che sembrava aver risolto il problema: manca il personale per il ponte e le cose potrebbero peggiorare a breve

Questa settimana si sono formate nuovamente lunghe file davanti all’ufficio immigrazione di Torino, che da mesi è coinvolto in notevoli polemiche a causa delle lunghissime code che costringevano le persone a subire gravi disagi. L’ufficio era stato spostato il mese scorso proprio per risolvere il problema, che però sembra essersi ripresentato. Le code all’ufficio immigrazione di Torino erano diventate di recente un po’ un simbolo dell’inefficacia nella gestione dei migranti su tutto il territorio nazionale.

Il nuovo ufficio di fronte a cui si sono formate le code è quello di via Fratelli Ruffini, all’angolo con corso Bolzano, vicino alla stazione dei treni Porta Susa: l’edizione torinese di Repubblica ha raccontato che questa settimana almeno «un centinaio» di persone sono state costrette ad aspettare in strada per diverse ore per poter entrare e prenotare il rinnovo del permesso di soggiorno, senza servizi igienici né ripari esterni, e con le sale interne già piene.

Poco dopo il trasferimento dell’ufficio immigrazione nella sede di via Ruffini le code si erano ridotte: nella nuova sede, a differenza della precedente, c’erano sale d’attesa riscaldate, più sportelli a seconda del servizio richiesto ed era stato attivato un portale online per fissare gli appuntamenti (prima bisognava fare una prima coda per fissare un appuntamento e una seconda per svolgere la pratica).

La sede territoriale della CGIL ha detto a Repubblica attraverso la propria portavoce Elena Ferro che le code si sono nuovamente formate perché una parte dei dipendenti dell’ufficio è in ferie per il ponte tra la festa della Liberazione e il primo maggio. Ferro ha definito la carenza di personale nell’ufficio un problema «cronico» e ha aggiunto che il comune non ha ancora pensato a soluzioni strutturali, dato che a maggio, tra poco, scadrebbero i contratti di vari dipendenti precari e non sono ancora stati pubblicati i bandi per rinnovarli.

Le code di questa settimana sembrano insomma confermare quello che organizzazioni di attivisti e persone che si occupano di diritti dei migranti sostenevano già all’indomani dello spostamento della sede dell’ufficio, cioè che fosse una soluzione provvisoria e non strutturale. I tempi di attesa nel nuovo ufficio sono comunque lunghi (anche prima delle code di questa settimana), ci sono persone che hanno dovuto prendere permessi dal lavoro per sbrigare pratiche che avrebbero dovuto essere rapide, e nella nuova sede continuano a mancare i bagni.

Fino a inizio marzo l’ufficio immigrazione si trovava in corso Verona, a circa tre chilometri di distanza: per mesi decine di persone migranti sono rimaste quotidianamente in attesa per ore, a volte per giorni, in attesa di appuntamenti per rilasci, rinnovi, conversioni o aggiornamenti dei permessi di soggiorno. In corso Verona non c’erano nemmeno spazi per attendere all’interno, quindi le persone restavano fuori al freddo e a volte sotto la pioggia.

Il nuovo edificio è di proprietà della Invimit (Investimenti Immobiliari Italiani), società del ministero delle Finanze, ed era stato messo a disposizione dalla Regione Piemonte. Il trasferimento era stato annunciato a inizio febbraio dalla prefettura, che l’aveva presentato come la soluzione al problema delle code. In realtà del trasferimento dell’ufficio si parlava da tempo, dato che l’edificio di corso Verona era stato dichiarato inagibile nel 2022.

Redazione Il Post

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