La lettera di Sheila Zhi Xu, scrittrice americana e residente permanente in Italia, sull’importanza per le persone non udenti di ricevere informazioni e non restare escluse. “Dal 21 marzo il governo italiano ha coinvolto interpreti Lis. L’Ens si è mobilitato. Invece negli Stati Uniti c’è tanta confusione…”. Fare del tutto “per garantire accessibilità e sicurezza”

70 giorni fa. Quella è stata l’ultima volta in cui ho visto mio marito, il giorno in cui è ripartito da Las Vegas, Nevada, dove vive la mia famiglia, per tornare a casa nostra in Italia. Io, invece, ho deciso di trattenermi negli Stati Uniti per altri motivi. Questo succedeva in un momento in cui sembrava remota la possibilità che una pandemia di COVID-19 potesse colpire sia l’Italia che gli Stati Uniti. Sarei tornata in Italia, come previsto, verso la fine di febbraio. Poi l’Italia è diventata l’epicentro dell’epidemia di COVID-19 in Europa. Gli Stati Uniti hanno interdetto tutti i voli provenienti dall’Unione europea. L’Italia intera è stata messa in isolamento. Mio marito ed io siamo separati dall’Oceano Atlantico. Ma va bene così. La cosa più importante per noi è rimanere al sicuro ed in salute.

In qualità di cittadina americana e residente permanente in Italia ho il diritto di entrare in ciascuna delle due nazioni in periodi come questi, in cui gli spostamenti subiscono forti restrizioni. Ho comunque scelto di stare negli Stati Uniti per fare “dell’allontanamento sociale” e proteggere me stessa, la mia famiglia e le mie comunità negli USA e in Italia. Non importa quanto sia difficile starmene lontana da mio marito e dalla famiglia italiana per mesi. Sono una giovane donna sorda che utilizza sia l’impianto cocleare che la lingua dei segni. Le persone sorde devono poter accedere ad informazioni cruciali in emergenze come quella del COVID-19. Negli Stati Uniti posso comunicare sia in inglese che in lingua dei segni americana (ASL). Con l’italiano, invece, me la cavo benino, ma non abbastanza da comprendere perfettamente i comunicati ufficiali del governo. Fortunatamente capisco la lingua dei segni italiana (LIS) e la so meglio dell’italiano, quindi per me, che sono una sorda straniera residente in Italia, la LIS è più accessibile dell’italiano”.

Purtroppo le informazioni diffuse da fonti ufficiali come il Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CDC) e la Casa Bianca negli USA, e il Governo italiano ad ogni livello, non sempre vengono fornite in lingua dei segni. Il presidente della National Association of the Deaf (NAD) negli Stati Uniti ed il presidente dell’Ente Nazionale Sordi (ENS) in Italia hanno entrambi scritto lettere di lamentela per fare  pressione sui rispettivi governi, hanno contattato agenzie di sottotitolazione, interpreti di lingua dei segni e molto altro ancora, al fine di assicurarsi che le persone sorde non venissero escluse dall’informazione in questo periodo di crisi. Negli Stati Uniti, i governi di alcuni stati e di alcune città come NYC e Boston hanno già predisposto il servizio di interpretariato in lingua dei segni in TV, ma possiamo fare di meglio garantendo che tutte le trasmissioni, a qualsiasi livello governativo, vengano interpretate in lingua dei segni. Se mio marito, italiano e sordo, fosse negli USA con me, non sarebbe capace di leggere e comprendere le informazioni ufficiali in inglese scritto. Conosce soltanto la ASL, la LIS e l’italiano. Sarei preoccupata per lui: non può capire le notizie in inglese e potrebbe sentirsi escluso.

Nonostante il Governo italiano inizialmente non abbia preso alcun provvedimento per garantire il servizio di interpretariato, dal 21 marzo ha deciso di coinvolgere degli interpreti LIS e di provvedere alla sottotitolazione per le conferenze stampa. Ciò che mi ha colpita maggiormente è stato come l’ENS si sia mobilitato per assicurare che le persone sorde italiane ricevessero le informazioni. Ad esempio, l’ENS condivide continuamente notizie in italiano e in LIS su tutti i canali social. La fruizione di notizie in una lingua comprensibile aiuta a diminuire il livello di preoccupazione.

L’organizzazione gerarchica dell’ENS è davvero notevole: c’è una chiara struttura di comando a partire dal livello più alto (la sede centrale dell’ENS a Roma), per arrivare poi a livello regionale (come ad esempio Lombardia e Veneto), ed infine a livello locale (come ad esempio Padova o Milano). Per ciascuna sede c’è un presidente che è responsabile del territorio sotto la sua giurisdizione. Quando sono entrata in ENS come nuova associata, sono stata inserita in una mailing list che invitava ad iscriversi ai canali Telegram dell’ENS di ogni livello (nazionale, regionale e locale) per le comunicazioni importanti. Ad esempio, il canale Telegram dell’ENS di Padova ha annunciato che c’è un numero SMS per le emergenze dei sordi solo nell’area della città di Padova. Con la stessa applicazione Telegram chat, ho anche ricevuto un annuncio dalla sede centrale dell’ENS riguardo l’adozione di restrizioni di quarantena valide a livello nazionale. Sebbene non mi trovi in Italia al momento, apprezzo molto il modo in cui l’ENS mi tiene informata.

Negli Stati Uniti, invece, c’è tanta confusione: le decisioni del sistema sanitario pubblico sono soggette a diverse giurisdizioni e diverse autorità. Il risultato è una mancanza di informazioni chiare e centralizzate. Ad esempio, dal NAD ho ricevuto notizie di carattere generale sul COVID-19, ma nessuna informazione relativa alla mia regione a alla mia città (Las Vegas, Nevada). Non ci sono informazioni accessibili riguardo quel che posso fare stando a Las Vegas nel caso mi ritenessi infetta. C’è un numero di SMS per i sordi a Las Vegas? Come comunico con il mio interprete se sono in isolamento? Queste sono alcune difficoltà che potrebbe incontrare una persona sorda anche in altri stati o in altre città.

Il quadro generale di entrambe le nazioni mostra che nessuna delle due garantisce accesso alle informazioni per le persone sorde al 100%. Tuttavia si può dire che l’Italia stia lavorando molto meglio dell’America in questo frangente. Abbiamo però visto grandi inadempienze a livello governativo sia in Italia che negli USA. Perciò dobbiamo fare tutto quanto in nostro potere, sia individualmente che collettivamente, per la nostra comunità, per il nostro Paese e per i nostri cari affinché ci sia accessibilità e sicurezza. Dobbiamo continuare a far sentire la nostra voce e a far pressione sui nostri governi e sulle associazioni delle persone sorde per far sì che in situazioni di crisi future le persone sorde non vengano discriminate.

*Sheila Zhi Xu, giovane donna sorda, scrittrice e copywriter lavora negli Stati Uniti e in Italia. Dopo la laurea nel 2014 presso il Massachusetts Institute of Technology, si è trasferita in Italia con una borsa di studio presso l’Università di Venezia. Sheila ha voluto scrivere una lettera aperta sull’importanza, per le persone sorde, di accedere alle informazioni e sul rischio di rimanere escluse. 

Il testo di Sheila Zhi Xu è tradotto dall’originale inglese da Laura Volpato.

Redattore Sociale

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