La lettera, pubblicata dal Corriere della Sera del 21 marzo 2020, riprende l’appello del Ministro per le Pari Opportunità Elena Bonetti: «Le conseguenze che tali restrizioni possono avere nei contesti familiari segnati dalla presenza di maltrattamenti e violenze, fenomeni che nel nostro Paese sono purtroppo diffusi e sommersi» .
“Vergognoso chi rende schiavo un essere umano !”
E’ stata questa una forte affermazione di Papa Francesco per la 48° Giornata Mondiale della Pace” che è stata celebrata il 1 gennaio 2015.
Il Messaggio del Papa ( 21 agosto 2014) “viene inviato alle Cancellerie di tutto il mondo e segna anche la linea diplomatica della Santa Sede, dove Papa Francesco disse“La schiavitù è una terribile ferita aperta nel corpo della società contemporanea, è una piaga gravissima nella carne di Cristo!” lo ha pronunciato il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, istituito da Paolo VI°, nel comunicato col quale presenta il titolo del Messaggio di Papa Francesco : “Non più schiavi, ma fratelli”.
Subito il pensiero è andato quando uomini e donne di pelle nera, in catene sulle navi o chini al lavoro nelle sterminate piantagioni erano dominati da egemonie dell’epoca, dove la parola schiavo, forse ancora oggi, domina la scena mondiale ed evoca una immagine fortemente drammatica .
Ma la parola “schiavo” resta ancora oggi un antro buio e carico di orribili “fantasmi” o di considerevoli certezze ed è per questo che il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace ne considera “una piaga gravissima nella carne di Cristo” il traffico di esseri umani, la tratta dei migranti, della prostituzione, del lavoro schiavo, dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, della mentalità schiavista nei confronti delle donne e dei bambini, una catena di infamie sulla quale “speculano vergognosamente individui e gruppi, approfittando dei tanti conflitti in atto nel mondo, del contesto di crisi economica e della corruzione”.
Papa Francesco, sensibilissimo al tema, ne fa oggetto di riflessione e ne considera la schiavitù come un qualcosa che “colpisce a morte” la fraternità universale “e, quindi, la pace” ed infatti “c’è pace quando l’essere umano riconosce nell’altro un fratello che ha pari dignità” e dunque è appropriato e fortemente presente, mi sia dato il permesso, il titolo del Messaggio che afferma “Non più schiavi, ma fratelli”.
Alla considerazione degli esseri umani, che oggi contrasta un sviscerato amore e delirio per gli animali (che rispettiamo) e viene generalmente inteso tale, invece per converso non c’è delirio verso quella umanità handicappata e sofferente che dovrebbe essere in vetta alle n/s buone regole etiche .
Per contrastare “efficacemente” l’uno e l’altro la schiavitù in tutte le sue forme, continua il Consiglio Pontificio, “occorre innanzitutto riconoscere l’inviolabile dignità di ogni persona umana, e inoltre tenere fermo il riferimento alla fraternità, che richiede il superamento della diseguaglianza, in base alla quale un uomo può rendere schiavo un altro uomo, e il conseguente impegno di prossimità e gratuità per un cammino di liberazione e inclusione per tutti ”.
L’obiettivo del Messaggio che dovrebbe essere nelle n/s azioni, conclude, “ è la costruzione di una civiltà fondata sulla pari dignità di tutti gli esseri umani, senza discriminazione alcuna” e per questo è necessario anche l’impegno dell’informazione, dell’educazione, della cultura per una società rinnovata e improntata alla libertà, alla giustizia e, quindi, alla pace”.
E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° : “ Andiamo avanti con speranza!
Previte”
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