L’istituto tecnico per sordi “Magarotto” avrà una nuova palestra: al via la ristrutturazione

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La Regione Veneto ha stanziato 40mila euro per la scuola padovana e ha messo a punto un piano triennale di azioni per l’inclusione delle persone con disabilità sensoriali

Arrivano i fondi. La Giunta regionale del Veneto ha stanziato 40mila euro per la ristrutturazione della palestra dell’Istituto tecnico statale per sordi “Antonio Magarotto” di Padova.

I lavori

Manuela Lanzarin, assessore regionale al sociale che ha portato la delibera all’approvazione, è visibilmente soddisfatta: «La Giunta dà così adempimento a quanto approvato con la legge regionale di stabilità 2018, disponendo un contributo straordinario pari all’80 per cento della spesa preventivata per mettere in sicurezza e ammodernare la palestra e gli spazi ricreativi dell’istituto padovano, unica scuola tecnica in Italia per sordomuti». L’istituto/convitto di Padova, che dagli anni ’50 accoglie allievi provenienti da ogni parte di Italia, ha specifiche modalità di formazione, educazione ed istruzione dei ragazzi sordi, per prepararli, grazie alle specifiche didattiche, all’ingresso nel mondo del lavoro.

Piano triennale per l’inclusione

Le buone notizie, però, non finiscono qui: la Regione Veneto, infatti, ha messo a punto un piano triennale di azioni per l’inclusione delle persone con disabilità sensoriali (sordi, sordomuti, ipovedenti e non vedenti) decidendo di investire sulla diffusione della lingua dei segni e di quella tattile. In Italia sono circa un milione e 700 mila le persone con deficit di vista o di udito. Di queste, circa 180 mila sono sordocieche. I minori che frequentano le scuole primarie e secondarie sono 9.855 (dati 2015): nella maggior parte dei casi assommano ai deficit sensoriali anche altre disabilità come disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, motori e intellettivi. Spiega Manuela Lanzarin: «Sordità, ipoacusia, cecità sono handicap che creano condizioni di profondo isolamento, ma che possono essere contrastati grazie alla didattica, ad adeguate tecniche di comunicazione e alle moderne tecnologie. Il Veneto ha adottato pochi mesi fa la prima legge regionale per la rimozione delle barriere comunicative e l’inclusione sociale delle persone con disabilità sensoriali. Ora, con il piano triennale messo a punto dalla Giunta regionale, la Regione dà avvio ad una strategia composita di interventi di prevenzione e sanitaria, interventi di assistenza e accompagnamento scolastico e interventi in ambito lavorativo, peraltro già previsti dalle leggi vigenti, abbinandoli a nuove azioni e strumenti per favorire l’accessibilità dei servizi, favorire informazione e comunicazione e sostenere l’effettiva inclusione sociale delle persone con disabilità sensoriali».

Le nuove iniziative

Tra le nuove iniziative previste ci sono la realizzazione di tg e trasmissione televisive che utilizzino la lingua di segni, da realizzarsi tramite intese tra Regione, Corecom ed emittenti, compresa la Rai, la promozione di interpreti Lis (la lingua dei segni) nei rapporti con l’autorità giudiziaria, gli amministratori pubblici, medici o altri professionisti dei servizi, l’adozione di annunci scritti nelle stazioni e autostazioni per favorire l’accessibilità dei mezzi pubblici, il videointerpretariato online per aiutare l’accesso ai servizi sanitari di pronto soccorso e primo intervento, la produzione di eventi culturali informati accessibili alle persone sorde e sordocieche, l’adozione di strumenti tecnologici di comunicazione non solo a scuola e nell’università, ma anche nei corsi di formazione e nelle aziende. Prosegue l’assessore Lanzarin: «Il piano disegna una ampia gamma di interventi possibili, realizzabili anche con limitati investimenti, per rendere effettiva la cittadinanza e la socializzazione delle persone con disabilità sensoriale. La dotazione finanziaria per il primo anno di interventi è di 100 mila euro, che si vanno ad aggiungere a quanto già stanziato in sanità per screening neonatali e cure assistenziali, in ambito scolastico con il servizi di assistenza e interpretariato nella lingua dei segni garantito su tutto il territorio regionale, e in ambito lavorativo per il collocamento mirato. “Il Veneto non parte certo da zero nell’abbattere le barriere comunicative. Ricca è l’esperienza dell’Ens, dell’associazionismo e del terzo settore, nonché dei servizi già attivati, come i ‘lettori’ che assistono a domicilio gli studenti con deficit sensoriali (servizio provinciale da quest’anno preso in carico dalla Regione tramite le Ulss) e il videointerpretariato con la lingua dei segni nei Pronto Soccorso di alcuni ospedali come Jesolo, Caorle e Bibione, Padova, Cittadella, Camposampiero, Pieve di Soligo e Treviso. L’obiettivo del piano è estendere a tutto il territorio regionale pari opportunità di accesso a questi servizi, prevedere il linguaggio dei segni in tutte le comunicazioni istituzionali e potenziare le opportunità comunicative e di inserimento sociale in tutti gli ambiti della vita sociale».

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