Festival del Silenzio, la Lingua dei Segni diventa arte

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Il suono del silenzio, la sua “voce” che intimidisce e colpisce nel profondo più di mille parole.

E poi la danza delle mani della Lingua dei Segni Italiana che traduce la parola in un linguaggio comprensibile ai sordi e che diventa espressione artistica all’interno di performance dell’Arte di cui è raccoglitore il Festival del Silenzio, alla prima edizione, in corso in questo weekend del 17-18 Marzo presso la fabbrica del Vapore di Milano. Un unicum nel panorama europeo: esistono infatti kermesse artistiche riservate alle persone sorde o segnanti (chi usa la lingua dei segni per comunicare) – come il Festival di Clin d’Oeil di Reims in Francia o lo Jugendfestival di Stoccarda in Germania -, ma non appuntamenti che integrano artisti di varie nazionalità e varie abilità. Un piccolo vanto, un gioiellino tutto italiano

Uno spettacolo che colpisce il cuore e i sensi. In cui l’ascolto – sembra strano a dirsi – si acuisce perché obbliga gli altri sensi ad allertarsi con maggiore attenzione. Non manca il rumore, come nello spettacolo Off Kilter di Ramesh Meyyappan che Invisibili ha visto all’apertura dell’evento il 16 marzo – che diventa sottolineatura cupa e vibrante, quasi parlasse. Quasi i bassi dei suoni toccassero la pelle e gli organi interni, in una mimica del corpo che racconta. Ramesh riscopre l’arte dei mimi ed alterna giochi di prestigio a un linguaggio del corpo empatico. Ci si immedesima quasi nell’ossessiva precisione, e pressione, della routine lavorativa che racconta nello spettacolo di 50 minuti, quotidianità scandita da gesti e tempi. Fino a quando il fato – rappresentato da una busta che compare e scompare dal palco come ci si trovasse nel Teatro dell’assurdo – decide in maniera diversa. E il personaggio “esce di testa” da qui il titolo inglese Off Kilter.

E oggi lo spettacolo continua – > scopri il programma

http://invisibili.corriere.it

 

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