Se abbiamo un lavoratore che riesce soltanto ad attaccare le etichette, noi non acquistiamo una macchina più veloce ed efficiente per svolgere questa mansione, ma continuiamo a farla manualmente con lui
La Cooperativa sociale Botteghe e Mestieri dell’opera Casa Novella di Castel Bolognese rinnova la sua attività nella pasta fresca con un progetto che mette in rete competenze e professionalità del sistema cooperativo territoriale e non solo.
2 nov 2017
Sostenuta dal Consorzio Il Solco di Ravenna, con l’intervento della Fondazione Fare Comunità negli inserimenti lavorativi delle persone svantaggiate che lavorano nel laboratorio della pasta a Tebano di Faenza, l’iniziativa di marketing è stata realizzata grazie all’intervento dei professionisti dell’agenzia di comunicazione Menabò di Forlì e di Vittorio Ferrari, consulente di marketing, che hanno lavorato “pro-bono” per questa causa.
“Nel maggio 2017 si è insediato il nuovo consiglio direttivo della nostra Cooperativa che ha deciso di imprimere un nuovo inizio per tutta la struttura: dall’organizzazione del lavoro all’approvvigionamento delle materie prime fino alla comunicazione e al marketing – spiega Claudio Mita, presidente di Botteghe e Mestieri – Lavoriamo da 12 anni nella produzione della pasta fresca con il marchio ‘Pasta della Casa’, adesso abbiamo deciso di spingerci più avanti cercando anche di distribuire i nostri prodotti nei supermercati”.
Al centro di questo progetto rimane sempre il cuore pulsante della Cooperativa: “La nostra concezione cristiana della vita – spiega infatti il presidente – ci fa vivere il lavoro come un’opportunità di realizzazione di ogni persona, anche di quelle svantaggiate che ospitiamo. Nei nostri laboratori ci sono madri in difficoltà, ragazze sordomute, persone con gravi problemi psichici o con forme di disagio sociale. La sfida è realizzare prodotti di qualità in un luogo di lavoro sostenibile e vivibile per tutti”.
Dopo i tremila chilogrammi all’anno prodotti nei primi anni in via San Michele a Faenza, per il 2017 il laboratorio di Botteghe e Mestieri punta a sfornarne 30mila chilogrammi, “e nel 2018 – assicura Mita – vogliamo raddoppiare la produzione. Il logo – conclude il presidente – è stato ripensato per valorizzare il lavoro manuale. Tutta la nostra filiera è organizzata per consentire alle persone svantaggiate di fare un’esperienza di lavoro; se ad esempio abbiamo un lavoratore che per le sue abilità riesce soltanto ad attaccare le etichette, noi non acquistiamo una macchina più veloce ed efficiente per svolgere questa mansione ma continuiamo a farla manualmente con lui, anche se ciò comporta un costo aggiuntivo. In fondo il nostro valore aggiunto sta proprio qui”.