Roma, 27 agosto 2016 – «SUL TEMA fondi e prevenzione bisogna fare una scommessa culturale, i soldi poi vanno spesi bene nel rispetto dei cittadini. Tanti soldi sono stati buttati via in passato e per questo il modello Anac può essere applicato anche nella ricostruzione». Le parole del premier Matteo Renzi tracciano il solco: anche sulla rinascita di Amatrice, Accumoli e Pescara del Tronto si accenderà il faro di Raffaele Cantone (nella foto) , presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione.
di Nino Femiani
Presidente Cantone è pronto per la nuova missione?
«Ho ascoltato in tv le parole del presidente Renzi. Non ci siamo ancora sentiti. Penso che il premier, parlando di ‘modello Anac’, intenda far riferimento a modelli di controlli contro la criminalità organizzata e di vigilanza collaborativa che abbiamo avviato con Expo e poi abbiamo messo in campo anche con il Giubileo e il risanamento di Bagnoli».
Il timore è che il passato ritorni, che si riascoltino di nuovo le risate della ‘cricca’ di affaristi mentre le popolazioni sono a lutto e senza casa.
«Non credo sia assolutamente possibile. Oggi ci sono due armi in più: il codice degli appalti e l’Anac. Nei limiti in cui ci sarà chiesto il nostro intervento, daremo il massimo affinché il passato non si riproponga».
Il codice degli appalti è stato criticato da più parti perché allungherebbe i tempi di esecuzione delle opere. Non teme che, invece della ‘cricca’, sia stavolta la pubblica amministrazione a rendere la ricostruzione una chimera?
«Direi di no. Se il governo trova il dispositivo, come per Expo, si va spediti. E poi c’è la vigilanza collaborativa».
Che vuol dire vigilanza collaborativa?
«Che l’ente che fa la gara, che è titolare dell’appalto, in maniera preventiva ci fa vedere come intende farla. Così non siamo costretti a intervenire dopo e a dire ‘ah, no, questa gara è stata fatta male’. Se c’è qualcosa che non va, lo diciamo prima e si arriva al bando con tutti i crismi. Se prendiamo in riferimento, quindi, la vigilanza collaborativa, le funzioni generali Anac e il modello di Expo e Giubileo, vediamo come le pubbliche amministrazioni possono essere aiutate».
Il modello Expo per Amatrice: lo ritiene un titolo possibile?
«Penso che, quando il presidente Renzi si riferisce a ‘modello Anac’, abbia presente quella esperienza. È evidente che se c’è pianificazione certi metodi, certe logiche del passato possono essere evitate, anche a prescindere dalla nostra partecipazione. In ogni caso il sistema dei controlli messi in campo con Expo è stato molto apprezzato, anche dall’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ndr )».
Ora però c’è l’urgenza, ci sono già risorse in campo.
«In urgenza si fanno i primi interventi e basta. Poi dobbiamo aspettare la messa in campo degli strumenti per la ricostruzione. Oggi è prematuro parlare di ricostruzione».
Quando si saprà qualcosa?
«Deve chiederlo al governo. Tocca al governo fissare tempi e contenuti».