Ammalati e disabili, Fisichella: un Giubileo «toccante»

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L’evento dal 10 al 12 giugno. Preghiera, pellegrinaggio alla Porta Santa, catechesi e festa. La Messa conclusiva con il Papa. Il “grazie” dell’Unitalsi

di Lorena Leonardi

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«Mai, il Papa non si dimentica mai degli ammalati e dei disabili. Non c’è appuntamento o discorso in cui non dia visibilità agli invisibili. Per questo motivo quello che avrà inizio venerdì per noi è un grande appuntamento». Alessandro Pinna, presidente dell’Unitalsi romana, spiega così il senso che ha, per i malati e per chi se ne prende cura, il Giubileo degli ammalati e delle persone disabili, promosso per il 12 giugno tra gli eventi dell’Anno Santo. Venerdì 10 e sabato 11 saranno due giornate preparatorie, che prevedono per i partecipanti l’adorazione eucaristica e la riconciliazione, poi il pellegrinaggio verso la Porta Santa e la catechesi su «La misericordia fonte di gioia», con servizio di interpretariato nel linguaggio internazionale dei segni. La giornata di sabato si concluderà con un momento di condivisione nei giardini di Castel Sant’Angelo, dove saranno allestiti alcuni stand gestiti dalle associazioni operanti sul territorio e la festa di benvenuto «Oltre il limite». La domenica inizierà presto, in piazza San Pietro, con canti e testimonianze in preparazione alla Messa con Papa Francesco.

«Si tratta senza dubbio – spiega l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione – di uno degli eventi più toccanti di questo Anno Santo. In questa occasione molte persone disabili e ammalate verranno a Roma per testimoniare, insieme a Papa Francesco, l’amore misericordioso di Dio, condividendo le loro quotidiane difficoltà ma anche la loro gioia di seguire il Vangelo». Sono attesi arrivi da tutta Italia, sottolinea Pinna: «Ci aspettiamo in totale circa 15mila persone; da Roma, come Unitalsi, parteciperanno almeno in duemila, tra ammalati e volontari. Viviamo con gioia questo appuntamento perché è l’occasione per far vivere anche a chi è malato un pellegrinaggio come chiunque altro. Le catechesi sono fatte a misura di disabile, mentale o motorio, ma sono specifiche, pensate ad hoc. Questo Giubileo, espressione dell’attenzione del Papa verso gli ultimi, è una buona occasione per sensibilizzare i “normodotati” ad avere più attenzione agli altri».

Per monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo ausiliare e incaricato del Centro diocesano per la pastorale sanitaria, la parola d’ordine è «curare sempre, guarire se possibile. Il Vangelo della misericordia – spiega – è il grande annuncio che Dio cura sempre l’uomo, gli è sempre vicino qualunque sia la sua condizione: lui ci ama per quello che siamo, non per quello che facciamo. Quando si privilegia la guarigione si creano le premesse per la cultura dello scarto, perché la guarigione diventa obiettivo della vita, invece la verità della persona umana è indipendente dalla sua condizione fisica». Così, annunciando il Vangelo della Misericordia, i cristiani «invitano la ricerca scientifica a orientare i propri sforzi perché l’uomo possa essere curato, non necessariamente guarito, evitando di creare falsi miti che, in nome della scienza, rischiano di ridimensionare l’impegno di tutta la comunità a curare.

Che rimane una priorità, sempre, perché tutti siano accolti per quelli che sono». Gli fa eco il presidente Pinna: «Malati e disabili si rendono conto di essere presi in considerazione con gli stessi diritti di tutti, questa è la cosa più importante. Al Papa possiamo soltanto dire grazie perché con le sue parole e il suo esempio riesce a riportare al centro chi di solito sosta ai margini. Noi dell’Unitalsi, attraverso il numero verde 800062026, siamo a disposizione di quanti desiderano partecipare a questa giornata o attraversare la Porta Santa in altre occasioni, perché il Giubileo coinvolga davvero tutti».

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