Viterbo, diffamazione su facebook processo in lingua dei segni

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Processo per diffamazione su facebook in linguaggio dei segni al tribunale di Viterbo. Con due interpreti in aula, dal momento che sia l’imputato che la presunta vittima sono sordi. Un caso più unico che raro, visto anche il nodo del contendere: due video tipo telegiornali, del 2013, girati in Lis da un ex impiegato di un liceo del capoluogo, Sergio Rizzo, ora in pensione, presidente dal 2010 della Tv Sordi&Lis di Viterbo.

di Silvana Cortignani

360px-PalPapiViterboUna piattaforma da lui fondata, in cui veicola notizie che riguardano la comunità sorda italiana ed estera.  Nei video si parla di Giuseppe Corsini, 49 anni, dal 2011 membro del consiglio direttivo dell’Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi di Roma, che si è costituito parte civile. Il giudice Rita Cialoni ha sottolineato come tutte le domande avrebbero dovuto essere poste per iscritto, ma entrambe le parti hanno preferito utilizzare il Lis, dando vita a un’udienza agile e veloce. Rizzo avrebbe definito Corsini “bravo con le mani” per un presunto diverbio mentre erano allo stadio a vedere una partita e “mafioso” perché avrebbe imposto agli associati Ens il codice fiscale sulla tessera, alludendo inoltre a inesistenti procedimenti penali a suo carico.

«Tutto falso – ha spiegato in Lis la presunta vittima – ma  ha compromesso il nome di tutta la famiglia Corsini. Quei video pesantissimi, ancora online nonostante la querela, hanno avuto oltre 5mila visualizzazioni in tutta Italia, tra cui mia moglie e miei figli, uno dei quali minorenne, nonché tutti i miei parenti, una quarantina, tutti sordi». L’imputato, invece, è l’unico sordo in famiglia, dall’età di 5 anni, a causa di una meningite. Tradito da quella tecnologia che ritiene indispensabile, così come la diffusione del Lis, perché i sordi possano comunicare. Il giudice ha invitato entrambi a trovare un accordo extragiudiziale prima della prossima udienza, fissata al 3 novembre

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