Sordi: operatori, Stato taglia fondi scuole. A rischio bilinguismo

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Il mondo dei sordi e le necessità scolastiche di formazione dei ragazzi affetti da questa disabilità continuano ad essere sottovalutate, quando non ignorate, dal sistema scolastico italiano.

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Lo hanno sottolineato con forza gli operatori del progetto di bilinguismo attivo dal 2006 a Noventa Padovana (in provincia di Padova) presso l’I.C. “G.Santini”. Nell’istituto è stata adottata la Lingua dei Segni Italiana (LIS) a fianco della lingua italiana con l’obiettivo di realizzare una scuola dove il bilinguismo sia strumento privilegiato ed adeguato per superare le barriere comunicative e per porsi come ponte fra i due mondi, coinvolgendo gli interpreti e gli educatori sordi. Ma è di questi giorni l’annuncio che tale iniziativa dedicata al sostegno e all’integrazione delle disabilità sensoriali, in particolare della sordità, vedrà la conclusione. Per mancanza di fondi.

Sono certo tempi duri per l’istruzione, la crisi economica ‘morde’ anche la scuola con conseguenti tagli a questo comparto. Ma sembra che a cominciare dalla Buona Scuola messa in piedi da Matteo Renzi, hanno rilevato da Noventa Padovana, il governo non si renda conto – o colpevolmente sottovaluti – delle conseguenze che la razionalizzazione delle risorse per l’istruzione ha sul mondo sordo.

Altra iniziativa in difficoltà, anche se qualcosa sembra muoversi in questi ultimi giorni, è quella del progetto bilingue della scuola dell’Infanzia-primaria-secondaria di primo grado di Cossato, in provincia di Biella. Questo polo scolastico – che ha visto nei giorni scorsi la visita del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e che sembrava dovesse cessare la sua attività bilingue dal prossimo 1* marzo – dopo 21 anni di sperimentazione diventerà un Centro territoriale di riferimento per le disabilità sensoriali. In questo modo la scuola non dovrà ogni anno cercare di racimolare i fondi necessari per tenere in vita il progetto. L’istituto ha vinto un bando ministeriale e riceverà, per fine mese 25mila euro dal governo. Fermo restando che comunque mancano i 60mila euro dalla regione Piemonte per il 2014 e il 2015.

Gli operatori della scuola di Noventa Padovana hanno spiegato che il sordo ha il diritto di avvalersi dell’italiano e della Lingua dei Segni per comunicare, per interpretare ciò che accade nel mondo che lo circonda e per avere una piena inclusione sociale e una partecipazione attiva a tutto quello che lo coinvolge. Ma perché tutto questo possa realizzarsi deve esserci un percorso scolastico di tipo bilingue, che preveda l’uso dell’italiano e della LIS come lingue da utilizzare in classe. Una lingua dei segni che serve da supporto al migliore apprendimento anche della lingua italiana. Questa impostazione in Italia però viene ancora messa in secondo piano perché poco conosciuta o sottovalutata dal punto di vista pedagogico, linguistico, cognitivo e culturale. Un contesto bilingue per l’integrazione dei ragazzi sordi, viene rilevato, prevede in particolar modo il coinvolgimento di due figure professionali: l’interprete LIS, che traduce simultaneamente i contenuti delle lezioni svolte, nonché le interazioni tra i compagni; l’educatore sordo, che non solo insegna questa lingua al resto della classe, ma svolge anche un ruolo molto importante nella costruzione dell’identità del bambino sordo. Il fatto, inoltre, di favorire l’inserimento di più bambini sordi all’interno della stessa classe, porta alla creazione di un modello simile a quello reale, a quello esterno al fine di sentirsi in sintonia ed essere inseriti nella comunità più grande dei parlanti.

Per Marcello Cardarelli, presidente di Anios (Associazione interpreti di Lingua dei segni italiana), “progetti di bilinguismo LIS-italiano come quello di Noventa Padovana, che garantiscono piena accessibilità e pari opportunità grazie anche alle professionalità coinvolte come gli interpreti scolastici e i docenti LIS, andrebbero salvaguardati, protetti e avere la priorità nella distribuzione dei fondi per la scuola. Invece ogni anno assistiamo al rischio di chiusura di queste esperienze, rischio che ogni anno è sempre più concreto”. Cardarelli ha sottolineato come “si parli di Buona Scuola da parte di Renzi e del governo ma poi laddove ci sono eccellenze e progetti di valore questi rischiano la chiusura anche in corso d’anno. Questa incertezza dei progetti pone ancora una volta l’Italia, nei confronti della sordità, ai gradini più bassi non solo della scala europea ma anche mondiale per garanzie di accessibilità, integrazione, varietà di offerte didattiche basate sulla libertà di scelta delle famiglie circa quali percorsi e progetti seguire. In ogni caso – ha aggiunto – l’intervento del ministro Giannini di sabato a Cossato fa ben sperare per uscire, in un prossimo futuro, da questo clima di incertezza e per le garanzie di continuità dei progetti scolastici bilingue che sono attivi in questo momento in Italia”.

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