Assistenza agli studenti disabili, sbloccati i fondi ma solo fino a febbraio

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La sospensione dei servizi agli studenti disabili di pertinenza dell’ex provincia di Palermo durerà “solo” pochi giorni. A comunicarlo Filippo Spallina, dirigente provinciale che cura, tra le altre, anche le Politiche sociali e la Pubblica istruzione

Palermo_2045-10-43-04-1430di SALVO INTRAVAIA e GRAZIA LA PAGLIAI

Ieri mattina, molti alunni disabili che frequentano gli istituti superiori di Palermo e provincia sono rimasti a casa o senza assistenti H a causa del contratto relativo ai servizi di assistenza alla persona scaduto lo scorso 31 dicembre. Giuseppe (nome di fantasia) che frequenta l’istituto superiore Ferrara di Palermo, ma che abita a Castelbuono, spiega la mamma Lia Romano, è rimasto a casa.
Stesso discorso per il compaesano Mario che ogni giorno si reca all’istituto alberghiero Piazza di corso dei Mille, ma solo quando il servizio di trasporto disabili funziona. I genitori dei circa mille ragazzi cui la Città metropolitana di Palermo assicura l’assistenza hanno protestato segnalando la situazione a giornali e tv. Una levata di scudi che ieri in serata ha prodotto i risultati desiderati: il commissario straordinario Manlio Munafò ha firmato la delibera con cui proroga i servizi, che ripartiranno martedì 12 gennaio, fino al 29 febbraio. Per la rimanente parte dell’anno scolastico non ci sono certezze, in quanto il futuro dei servizi è legato alle risorse del bilancio.
Le richieste pervenute negli uffici di Palazzo Comitini (sede della ex Provincia regionale) riguardano il trasporto disabili per 367 ragazzi e ragazze, l’assistenza igienico-personale, destinata a 422 studenti H, l’assistenza alla comunicazione per 78 studenti non udenti, ipovedenti, sordomuti e ciechi e l’assistenza all’autonomia per 364 alunni. In tutto, circa 1.200 prestazioni per i mille e 700 studenti H delle scuole superiori di Palermo e provincia garantite da 600 operatori del settore. Quest’anno, per problemi legati al bilancio, i servizi sono partiti solo a novembre e mamme e papà già incrociano le dita perché si possa arrivare senza ulteriori intoppi fino a giugno.
Ieri mattina un gruppo di genitori, guidato dall’Associazione nazionale famiglie con persone con disabilità intellettive e relazionali – Sicilia, ha protestato davanti l’Ufficio scolastico regionale e l’istituto alberghiero Cascino “dove sono presenti circa cento studenti con disabilità” spiega il vicepresidente Antonio Costanza. Già ad ottobre, genitori e alunni si erano simbolicamente “incatenati” ai cancelli di diverse scuole per manifestare contro la mancanza di fondi per far partire i contratti per gli operatori scolastici. Figure indispensabili per poter consentire ai ragazzi diversamente abili di frequentare le lezioni. “Sono migliaia, in Sicilia, i ragazzi che seguono la scuola a singhiozzo, perdendo mesi e restando a casa mentre i loro compagni studiano”, dice Costanza.
Tra i genitori costretti a vedere i propri figli in casa, anche Nicolò Matto. “Mio figlio ha 17 anni e frequenta un istituto d’arte – racconta – ma ha potuto iniziare a seguire le lezioni sono nel mese di dicembre. Non si tratta di un episodio isolato: mio figlio è iscritto al terzo anno e da sempre conviviamo con questo problema. Su nove mesi di lezioni, si ritrova a seguirne quasi la metà”.
Il problema dell’assistenza a studenti con disabilità coinvolge anche ragazzi più grandi, come i 15 giovani sordi iscritti all’Accademia delle belle arti di Palermo. A loro è stata tolta, nei mesi scorsi, l’assistenza alla comunicazione della lingua dei segni italiana, un supporto necessario per seguire le lezioni. Così hanno deciso di portare avanti una battaglia legale. “L’Ars e l’assessore Marziano si sono impegnati per far ripartire in brevi

tempi il servizio a carico della Regione – spiega l’avvocato Francesco Leone – Ma staremo a vedere. Se si continuerà a temporeggiare, seguendo i lunghi tempi della politica e compromettendo il normale percorso universitario degli studenti, consegneremo il nostro ricorso, già pronto. Perché, con l’attuale problema in cui versano le ex province, deve essere la Regione a garantire il diritto allo studio di questi ragazzi”.

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