Lo dicono le nuove linee guida pubbliche che valgono sia per i posti di lavoro che per i locali che forniscono servizi, dagli ospedali ai ristoranti
Sono state pubblicate delle linee guida preliminari e temporanee per l’applicazione della discussa sentenza della Corte Suprema del Regno Unito, quella per cui la definizione giuridica di “donna” deve riguardare solo le persone biologicamente di sesso femminile, e dunque non le donne trans. Ora, nei luoghi pubblici, le donne trans non possono più usare i bagni delle donne, e gli uomini trans non possono usare più i bagni degli uomini.
Le linee guida sono state pubblicate dalla commissione britannica sulle pari opportunità e i diritti umani (EHRC), e prevedono regole differenti a seconda dei locali. I posti di lavoro sono obbligati ad avere bagni e spogliatoi distinti in base al sesso: almeno uno per le donne (a cui le donne trans non possono accedere) e uno per gli uomini (a cui gli uomini trans non possono accedere). Devono anche garantire alle persone trans di poter usare i bagni e gli spogliatoi e «quando possibile» fornirne di misti, accessibili a tutte le persone, in cui i singoli gabinetti con i servizi igienici siano ospitati all’interno di stanze che si possono chiudere a chiave.
Altri locali che ospitano servizi aperti al pubblico, come gli ospedali ma anche i ristoranti e i negozi, possono avere anche solo bagni misti, ma se vogliono avere bagni riservati a un unico sesso devono rispettare le stesse regole dei luoghi di lavoro.
Tutto ciò significa che generalmente le donne trans possono usare i bagni degli uomini mentre gli uomini trans quelli delle donne. Le persone trans quindi possono usare i bagni destinati al loro sesso biologico o di nascita, regola che vale anche per le persone trans che si sono sottoposte a operazioni chirurgiche di riassegnazione del genere. Possono esserci però delle eccezioni. L’EHRC ha spiegato che per esempio in alcuni contesti riservati alle donne la presenza di un uomo trans che si è sottoposto alla riassegnazione del genere in un bagno potrebbe suscitare «obiezioni ragionevoli» da parte delle donne cisgender (cioè non trans).
Le linee guida dell’EHRC sono in corso di revisione da quando è stata emessa la sentenza della Corte Suprema il 16 aprile e quelle diffuse finora sono parziali. La commissione ha detto che spera di aggiornarle tutte entro la fine di giugno, per sottoporle al governo e ottenerne l’approvazione. L’obiettivo delle linee guida è aiutare gli enti pubblici e privati a rispettare correttamente l’Equality Act del 2010, cioè la legge sulle pari opportunità britannica, la cui interpretazione è stata modificata dalla sentenza della Corte Suprema. In sostanza le linee guida dicono cosa devono fare gli enti pubblici e privati per evitare che qualcuno gli faccia causa sulla base della legge per le pari opportunità.
La versione preliminare delle nuove linee guida non dà indicazioni relative alla pratica degli sport: arriveranno prossimamente, ha detto l’EHRC.