
I danni del terremoto di venerdì sono così gravi che la giunta militare al governo, molto isolata, aveva chiesto aiuti «il prima possibile»
I morti accertati finora a causa del terremoto di magnitudo 7.7 di venerdì mattina in Myanmar sono oltre mille e i feriti più del doppio, ma data la sua intensità e la devastazione che ha provocato si pensa che il numero effettivo sia molto maggiore. La situazione è così disastrosa che già venerdì la giunta militare al governo aveva chiesto l’intervento di altri paesi per fornire aiuti tempestivi: è un fatto eccezionale, anche perché dal colpo di stato del febbraio 2021 il Myanmar è un paese isolato e con pochissimi rapporti internazionali. Più paesi hanno già cominciato ad attivarsi, a partire da Cina e India, che confinano rispettivamente a est e a ovest con il Myanmar.
L’epicentro della scossa più forte è stato 18 chilometri a ovest di Mandalay, la seconda città più grande del Myanmar, che si trova circa 250 chilometri a nord della capitale Naypyidaw. Il terremoto è stato seguito da diverse repliche, cioè scosse di intensità inferiore, la più forte delle quali di magnitudo 6.4. La gran parte dei danni e dei 1.002 morti accertati finora è stata riscontrata proprio nell’area di Mandalay, dove centinaia di edifici sono crollati o gravemente danneggiati e si sono aperte voragini nelle strade, molte delle quali sono ricoperte di macerie.
Il terremoto si è sentito bene sia nella regione cinese dello Yunnan sia in Thailandia: nella capitale Bangkok, è crollato un grattacielo in costruzione. In Myanmar oltre ai soccorritori nelle operazioni di emergenza sta partecipando anche la gente comune: si sta scavando anche a mani nude, ha detto alla BBC un soccorritore impegnato nella zona di Mandalay.
La giunta militare del Myanmar ha detto che nelle aree più colpite dal terremoto il sangue scarseggia. A causa del grande numero di persone da curare il principale ospedale di Mandalay ha avuto problemi a reperire bende e altri materiali, e molte persone hanno ricevuto cure per terra o nel parcheggio della struttura. I soccorsi sono complicati dal fatto che molte strade sono inagibili, alcuni ponti sono crollati e ci sono anche interruzioni nella rete elettrica. Sabato è stato allestito un ospedale temporaneo nell’aeroporto della città, che al momento non è operativo a causa dei danni alle piste per via del terremoto.
Per facilitare i primi soccorsi le Nazioni Unite hanno stanziato 5 milioni di dollari in aiuti, e si sono impegnati a inviare uomini e mezzi anche i paesi che fanno parte dell’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (Asean), un’organizzazione che oltre a Myanmar e Thailandia comprende Indonesia, Malaysia, Vietnam, Cambogia, Singapore, Brunei, Laos e le Filippine. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha a sua volta promesso di intervenire, anche se alcuni analisti hanno sollevato dubbi per via del recente smantellamento dell’USAID, l’agenzia federale che fornisce aiuti umanitari e assistenza per lo sviluppo in decine di paesi in tutto il mondo.
Sabato l’agenzia di stampa statale cinese Xinhua ha detto che una squadra di 37 persone provenienti dallo Yunnan è arrivata con droni, rifornimenti e altri strumenti utili ai soccorsi a Yangon, nel sud del Myanmar. Il ministero russo che si occupa delle emergenze invece ha fatto partire due aerei con 120 soccorritori, medicinali, rifornimenti e cani per cercare i dispersi, ha scritto l’agenzia statale Tass. Ha inviato squadre di soccorritori e medici anche il governo indiano, mentre il ministero degli Esteri della Malaysia, che confina con il sud della Thailandia, ha detto che invierà 50 persone domenica.

Un edificio crollato a Naypyidaw, Myanmar, sabato 29 marzo 2025 (AP Photo/Aung Shine Oo)
Anche a Bangkok sono arrivati nuovi mezzi per rimuovere le macerie del grattacielo crollato. Secondo un funzionario del governo locale i morti in città sono almeno nove, mentre il vice primo ministro Anutin Charnweerakul, in visita sul posto, ha detto che risulta ancora una cinquantina di operai dispersi.
Nell’area attorno alla capitale thailandese vivono circa 17 milioni di persone, spesso in grattacieli, e quindi particolarmente sensibili ai terremoti: le segnalazioni degli edifici danneggiati dal terremoto di venerdì sono circa duemila. Charnweerakul ha precisato che la Thailandia ha forze e risorse sufficienti per gestire l’emergenza, ma che accetterà comunque eventuali aiuti che venissero offerti, specialmente di tipo tecnologico.