L’iceberg più grande del mondo si è incagliato a 80 chilometri di distanza dalla Georgia del Sud

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A23a, l’iceberg più grande del mondo, si è incagliato su un fondale poco profondo a 80 chilometri dalle coste della Georgia del Sud, un’isola praticamente disabitata dell’oceano Atlantico Meridionale.

Gli scienziati che studiano la regione antartica temevano che l’iceberg avrebbe bloccato la via d’accesso al mare per molti degli animali che vivono sull’isola, e che così avrebbe causato una moria di pinguini e foche, ma dato che si è fermato a una certa distanza dalla costa non ci saranno grossi danni per le colonie delle specie interessate.

A23a è un iceberg molto vecchio: si staccò da un altro iceberg, A23, nel 1986. Poi rimase fermo per ben 34 anni perché fu bloccato da un fondale basso a poca distanza dall’Antartide. Nel 2020 ricominciò il suo spostamento verso nord, quello che prima o poi riguarda tutti gli iceberg che si staccano dalla banchisa dell’Antartide. Attualmente ha una superficie di circa 3.200 chilometri quadrati (più o meno l’area della provincia di Reggio Calabria), ed è alto 300 metri. Potrebbe comunque causare qualche problema ai pescatori che lavorano nelle acque vicine alla Georgia del Sud, che dovranno evitare le porzioni di ghiaccio che si staccheranno, e a una popolazione di pinguini Eudyptes chrysolophus, quelli caratterizzati da una cresta gialla, che vanno a caccia nell’area in cui si è incagliato l’iceberg.

I coralli e i piccoli organismi che vivono sul fondale sono già stati decimati dalla massa di ghiaccio, ma è un evento che capita di frequente e le specie sono in grado di riprendersi.

Redazione Il Post

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