
È formato dagli studenti che fecero dimettere l’ex prima ministra Sheikh Hasina e che ora dicono di voler fondare una “seconda Repubblica”
Gli studenti che hanno guidato le proteste antigovernative in Bangladesh che hanno portato alle dimissioni della prima ministra Sheikh Hasina hanno fondato un nuovo partito: si chiama Jatiya Nagorik o National Citizen Party (NCP).
L’annuncio è stato fatto alla fine della scorsa settimana davanti al parlamento di Dacca, la capitale del Bangladesh, dove si erano riunite migliaia di persone. «Durante la rivoluzione di luglio c’erano slogan del tipo “Chi sarà l’alternativa?”», ha detto il leader del nuovo partito, Nahid Islam, tra gli applausi della folla. «Oggi, con questo nuovo partito, stiamo offrendo l’alternativa». L’NCP potrebbe destabilizzare gli storici equilibri politici del paese, al cui governo per decenni si sono alternate la Lega Awami (LA) di Hasina, di ispirazione progressista, e il Partito nazionalista del Bangladesh (BNP) di Khaleda Zia, storico alleato dei partiti islamici.
Parlando del nuovo partito, gli studenti hanno detto che la loro intenzione è costruire un nuovo Bangladesh e fondare una «seconda repubblica». Tra le loro ambiziose promesse c’è la creazione di un sistema politico completamente nuovo e la riscrittura della Costituzione, la cui versione attuale non è adatta secondo loro allo scopo di creare un paese realmente libero o democratico.
I leader del nuovo partito hanno poi detto di voler ottenere giustizia per coloro che sono stati uccisi durante le proteste iniziate a luglio: un recente rapporto delle Nazioni Unite ha trovato prove di gravi violazioni dei diritti umani e possibili crimini contro l’umanità commessi su ordine di Hasina mentre cercava di sedare i disordini. Circa 1.400 persone sono state uccise e altre 1.300 sono state arrestate.
Nahid Islam, leader del National Citizen Party, Dacca, Bangladesh, 28 febbraio 2025 (AP Photo/Mahmud Hossain Opu)
Nahid Islam ha spiegato che la trasformazione da movimento composto da studenti che protestavano per le strade con poca esperienza politica a partito non è stata semplice. Ci sono stati conflitti interni, discussioni e lunghi ritardi: «Certo che non è facile. Eravamo una forza rivoluzionaria di successo, ora vogliamo essere una forza democratica».
Le discussioni maggiori hanno visto contrapporsi le aree interne più liberali e laiche a quelle allineate all’Islam. All’evento di presentazione dell’NCP, Nahid Islam è stato ripetutamente definito dai critici, in modo polemico, un «imam della democrazia». Il nuovo leader ha però respinto queste accuse, descrivendole come propaganda volta a offuscare la reputazione del partito: «L’Islam è la religione maggioritaria in Bangladesh e siamo sensibili a quei valori, ma non vogliamo creare alcun partito estremista o filo-islamico. Questo è per noi molto chiaro».
Le proteste in Bangladesh erano cominciate a inizio luglio come mobilitazioni studentesche pacifiche contro il sistema di quote degli impieghi pubblici riservate ai familiari dei reduci della guerra di indipendenza dal Pakistan del 1971, ritenuto da molti discriminatorio in un paese dove i posti di lavoro pubblici sono pochi e molto ambiti. Nonostante a fine luglio la Corte Suprema del Bangladesh avesse ridimensionato e modificato il sistema contestato, le proteste si erano poi allargate estendendosi ad altre fasce della popolazione e si erano rapidamente trasformate in una rivolta contro il governo.
Hasina, che aveva governato tra il 1996 e il 2001 e poi dal 2009 al 2024, era infatti una figura controversa: nonostante avesse sempre combattuto le dittature militari e si fosse impegnata a promuovere politiche a favore delle donne e delle fasce più povere della popolazione, nel tempo il suo governo era diventato sempre più autoritario.
All’inizio di agosto, a seguito delle proteste, Hasina si era dimessa ed era fuggita in India dopo che migliaia di manifestanti avevano assaltato la sua residenza ufficiale a Dacca. Il presidente del Bangladesh aveva quindi nominato l’economista e premio Nobel per la pace Muhammad Yunus alla guida di un governo di transizione. Per la formazione del nuovo governo Yunus, che è ancora in carica, aveva scelto anche tre dei leader studenteschi che avevano guidato le proteste, compreso Nahid Islam, e aveva promesso di organizzare le elezioni tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026.
Viste le condizioni del partito di Hasina, la cui leadership si trova in carcere o all’estero, giornali ed esperti davano per scontato che il BNP avrebbe vinto e sarebbe tornato al potere. Tuttavia, la creazione dell’NCP da parte dei leader studenteschi, alcuni dei quali godono di una grande popolarità tra i giovani, ha fatto cambiare idea a molti.