In India Narendra Modi prova a riprendersi Delhi

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Mercoledì si è votato nello stato della capitale, dove il partito del primo ministro non governa da 27 anni

Mercoledì 5 febbraio nello stato di Delhi, la capitale dell’India, si sono tenute le elezioni statali: i seggi hanno chiuso alle 18 (le 13:30 in Italia), ma i risultati dovrebbero essere diffusi sabato. È un’elezione locale, ma ha una sua rilevanza anche a livello nazionale: il Bharatiya Janata Party (BJP) del primo ministro Narendra Modi non vince a Delhi da oltre 27 anni, e ora proverà a riguadagnare la maggioranza. Nello stato governa da un decennio l’Aam Aadmi Party (AAP), il partito dell’Uomo Qualunque fondato da Arvind Kejriwal, che è primo ministro dal 2015. Nelle ultime due elezioni, nel 2015 e nel 2020, l’AAP ha vinto largamente, ottenendo sempre più di 60 seggi sui 70 disponibili.

Delhi ha venti milioni di abitanti (più o meno come la Romania) e circa 16 milioni di elettori. In queste elezioni i sondaggi indicano un maggiore equilibrio, anche perché il consenso di Kejriwal è stato intaccato da un caso di corruzione per il quale è stato arrestato. Lui si è sempre dichiarato innocente e ha accusato il BJP di utilizzare la magistratura per colpire gli avversari politici: negli ultimi anni molti dei principali leader dell’opposizione a Modi hanno dovuto rispondere di accuse di corruzione, non sempre chiare e circostanziate.

La vicenda riguardava una legge, approvata dal governo di Kejriwal, che di fatto eliminava alcuni controlli statali sulla vendita di bevande alcoliche. Kejriwal è stato arrestato a marzo del 2024, poco prima delle elezioni federali indiane, e scarcerato a settembre dopo una sentenza della Corte Suprema. Ha ceduto la carica di primo ministro ad Atishi Marlena Singh, ex ministra dell’Istruzione, ma è comunque il candidato principale del suo partito alle elezioni di mercoledì.

Due donne mostrano il dito indice inchiostrato dopo aver votato (AP Photo)

Alle elezioni federali il BJP raggiunse un risultato piuttosto deludente e non riuscì a ottenere l’attesa maggioranza assoluta in parlamento (è comunque rimasto al governo, con degli alleati minori). In vista delle elezioni, nello stato di Delhi il BJP ha condotto una campagna aggressiva nei confronti dell’AAP, denunciando sprechi e accusando Kejriwal di aver tradito origini e promesse. Kejriwal era un dirigente dell’azienda statale di riscossione delle tasse: il suo movimento si definiva di lotta alla corruzione e ha come simbolo una scopa

I sondaggi indicano invece come decisamente meno competitivo l’Indian National Congress (INC), il partito di Rahul Gandhi, che ha governato a Delhi fra il 1998 e il 2015 ed è stato poi travolto da una serie di scandali. A livello nazionale l’INC e l’AAP fanno parte della stessa coalizione di opposizione a Modi, nota con l’acronimo INDIA.

Un comizio elettorale dell’Aam Aadmi Party (AAP) e del suo leader Arvind Kejriwal (AP Photo)

In campagna elettorale AAP e BJP hanno fatto proposte simili: miglioramento delle scuole, forniture gratuite di elettricità e servizi sanitari, sussidi attraverso trasferimenti diretti di denaro alle donne più povere.

sussidi diretti sono stati introdotti nella politica indiana proprio da Kejriwal e dall’AAP a Delhi: inizialmente furono accolti con scetticismo dagli altri partiti, che li descrivevano come “mazzette elettorali”, ma con il tempo sono stati introdotti in altri undici stati. Complessivamente oggi raggiungono 134 milioni di donne, un quinto del totale, e si sono dimostrati una misura utile per aumentare i consumi, migliorare le condizioni delle famiglie e l’indipendenza delle donne. Sono anche uno strumento elettorale molto efficace, tanto che a Delhi oggi lo propongono tutti, compresi BJP e INC, con valori variabili fra le 2mila e le 2.500 rupie al mese (22-27 euro).

Kejriwal, che è uno dei critici più attivi di Modi, mantiene un buon sostegno fra le classi sociali più povere, grazie a politiche molto incentrate sul miglioramento dei servizi di base (ha destinato il 40 per cento del budget dello stato a educazione e sanità), mentre è criticato dalla classe media e da quella più ricca per il mancato rinnovamento delle infrastrutture e l’incapacità di rispondere ai problemi cronici di Delhi, come l’inquinamento, gli allagamenti e gli enormi ingorghi causati dal traffico.

Redazione Il Post

 

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