Furono lasciate 166 milioni di anni fa da erbivori lunghi una ventina di metri e da un Megalosaurus, che invece era carnivoro
Lo scorso giugno in una cava di calcare dell’Oxfordshire, in Inghilterra, sono state trovate circa 200 orme fossili di dinosauri risalenti a 166 milioni di anni fa, quando al posto della cava c’era una laguna poco profonda. Secondo gli scienziati delle università di Oxford e di Birmingham, che si sono occupati degli scavi, le orme furono lasciate da due diversi tipi di dinosauri: il carnivoro Megalosaurus, che aveva una lunghezza di circa 9 metri, e degli erbivori probabilmente appartenenti al genere Cetiosaurus, che erano lunghi il doppio.
Le orme tracciano cinque piste, la più estesa delle quali è lunga 150 metri. Quattro sono state attribuite a Cetiosaurus, la quinta a un Megalosaurus. Quest’ultima si può attribuire con maggiore certezza perché la forma delle zampe di questo carnivoro è molto riconoscibile: avevano tre dita dotate di artigli, molto visibili nelle orme fossili. «Sembrano quasi la caricatura di un’impronta di dinosauro», ha commentato la paleontologa Emma Nicholls del Museo di storia naturale dell’Università di Oxford parlando con BBC News: «Nel gergo tecnico parliamo di un’orma tridattile».
Il Megalosaurus è peraltro il primo genere di dinosauri che sia mai stato descritto in modo scientifico, dal paleontologo inglese William Buckland nel 1824, dopo che i primi fossili furono trovati proprio nell’Oxfordshire.
La scoperta delle orme, annunciata solo il 2 gennaio, è stata fatta da un operaio della cava, Gary Johnson, che aveva notato delle irregolarità nel terreno mentre lavorava con un escavatore per rimuovere uno strato di argilla nella cava. Successivamente per studiare le orme sono state coinvolte più di cento persone tra scienziati, studenti e volontari che hanno riportato alla luce le impronte, ne hanno fatto dei calchi e più di 20mila fotografie, anche utilizzando dei droni.
Le fotografie sono state usate per realizzare dei modelli in tre dimensioni molto dettagliati delle orme, che potranno essere usati nelle ricerche future su come e quanto velocemente i dinosauri si spostavano. Uno degli aspetti più interessanti di questo ritrovamento specifico è che la pista del Megalosaurus si incrocia con una di quelle dei dinosauri erbivori: è possibile che i due animali che lasciarono le orme in questione avessero interagito in qualche modo.
È probabile che nell’area della cava possano esserci altre piste fossili. Nel 1997 ne erano già state trovate in un’altra cava della stessa zona: in quel caso le piste più lunghe arrivavano a 180 metri di lunghezza. Tuttavia il sito in questione non è più accessibile e le fotografie fatte al tempo dello scavo hanno una qualità molto inferiore rispetto a quella che si può ottenere attualmente.
Non si sa con precisione come mai le orme trovate nella cava quest’estate si siano preservate, ma si possono fare delle ipotesi simili a quelle già fatte per casi simili. Richard Butler, paleobiologo dell’Università di Birmingham, ha spiegato che forse una tempesta fece depositare dei sedimenti sulle tracce delle orme fresche, che così non furono cancellate.
Il ritrovamento di impronte di dinosauri fossilizzate non è così inconsueto e anche in Italia esistono vari siti in cui se ne possono vedere. Anche nella recente scoperta di fossili di 280 milioni di anni fa in Valtellina sono state trovate delle orme di anfibi e rettili: risalgono a un’epoca in cui i dinosauri ancora non c’erano.