Il problema dell’India con le folle

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Alcuni dei partecipanti al Maha Kumbh (AP Photo/Rajesh Kumar Singh)

Mercoledì 30 persone sono morte schiacciate dalla calca a un grande festival induista: succede di frequente, e c’entrano vari fattori

Mercoledì 29 gennaio 30 persone sono morte schiacciate dalla calca a Prayagraj, nell’Uttar Pradesh (uno stato nel nord dell’India) mentre partecipavano insieme a milioni di fedeli al Maha Kumbh Mela, un raduno religioso induista. Sull’incidente è stata aperta un’inchiesta: testimoni e osservatori parlano di problemi organizzativi da parte delle autorità. L’India ha una lunga storia di incidenti legati alla gestione delle folle, con centinaia di persone morte nella calca in episodi ricorrenti. È successo altre volte in edizioni passate del Kumbh Mela, ma anche in decine di altri eventi, soprattutto religiosi.

Una delle ragioni è la dimensione delle folle che si radunano a questi eventi. Lo scorso mercoledì al Maha Kumbh Mela c’erano oltre 75 milioni di fedeli, secondo i dati ufficiali diffusi dagli organizzatori. Per fare un confronto all’hajjil pellegrinaggio annuale alla Mecca (la città sacra dell’Islam che si trova in Arabia Saudita), partecipano ogni anno circa 2 o 3 milioni di pellegrini.

Semplificando molto, il Maha Kumbh Mela si tiene ogni dodici anni nel punto in cui confluiscono tre fiumi: due reali, il Gange e lo Yamuna, e uno mitologico, la Saraswati, che è citato in antichi testi sacri e secondo la religione induista scorre sottoterra. Immergersi alla confluenza dei tre fiumi durante il festival elimina i peccati dei fedeli e più in generale ha una grande importanza religiosa. Il raduno dura 45 giorni e quest’anno ci si aspetta che partecipino più di 400 milioni di persone. In alcuni giorni, come lo scorso mercoledì, ci sono particolari eventi o ricorrenze religiose che attirano moltissime persone.

Il festival si svolge su un’area di circa 40 chilometri quadrati, più o meno le dimensioni dell’isola di Ischia o di 7.500 campi da calcio. Per l’occasione è stata creata una specie di città temporanea sulle rive del Gange, sui due fiumi sono stati allestiti 28 ponti mobili e la folla accede alle acque anche tramite i ghat, delle discese a gradoni.

Gestire folle di queste dimensioni è ovviamente molto complesso. Per questa edizione erano previsti 40mila agenti di polizia (poi aumentati dopo la tragedia), ma anche un sistema di 2.700 telecamere a circuito chiuso, di cui 300 collegate a sistemi di intelligenza artificiale che dovrebbero controllare le dimensioni della folla e i suoi movimenti, per poi regolarla con interventi degli agenti. Per questo tipo di controlli sono usati anche i droni, e tutte le informazioni sono inviate a un centro operativo.

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