Cioè i farmaci che si prescrivono ad adolescenti trans per orientare diversamente lo sviluppo sessuale
Il governo del Regno Unito ha annunciato che i farmaci cosiddetti bloccanti della pubertà verranno vietati a tempo indeterminato nel paese. Si tratta di farmaci, la maggior parte dei quali a base di ormoni, che fino ad alcuni mesi fa venivano prescritti a bambini e adolescenti trans per ritardare il periodo della pubertà e orientare in modo diverso il loro sviluppo sessuale. I bloccanti della pubertà continueranno a essere usati, invece, all’interno delle sperimentazioni cliniche e dai minori a cui erano stati prescritti prima di una certa data (che varia da stato a stato).
Il governo britannico aveva vietato questi farmaci con un provvedimento d’emergenza a maggio, sollevando un grosso dibattito nel paese e in Europa. Pochi mesi prima infatti era stato pubblicato un rapporto, informalmente chiamato “rapporto Cass” dal nome della sua autrice, la pediatra britannica Hilary Cass, dal quale emergevano delle lacune nelle conoscenze scientifiche sugli effetti di queste terapie. Il National Health Service (NHS), il servizio sanitario britannico, aveva quindi imposto di interromperne le prescrizioni negli adolescenti con “disforia di genere”, cioè che non si sentono a proprio agio nel genere corrispondente al sesso biologico.
Il governo ha detto di aver reso definitivo il provvedimento d’urgenza dopo aver ricevuto il rapporto commissionato dalla Commission on Human Medicines (CHM), uno degli organi che si occupano di regolamentazione dei farmaci, a un gruppo di esperti indipendenti. Il rapporto dice che c’è «attualmente un rischio di salute inaccettabile nella prescrizione di bloccanti della pubertà ai bambini». Il ministro della Salute Wes Streeting ha detto che il divieto di vendere farmaci nel paese serve a dare tempo alla ricerca di approfondire la questione.
Il divieto del governo verrà ridiscusso nel 2027. Quando era stato emesso il provvedimento di emergenza al governo nel Regno Unito c’era il partito conservatore, che nel frattempo è stato sostituito dal partito Laburista. A luglio, un gruppo di attivisti per i diritti delle persone trans aveva provato a contestare la legittimità del provvedimento, ma la Corte suprema britannica aveva dato ragione al governo.
I bloccanti della pubertà agiscono sul sistema endocrino fermando lo sviluppo delle mestruazioni, la crescita del seno e dei peli, oppure lo sviluppo dei testicoli e l’abbassamento della voce: da molti e molte adolescenti trans il periodo della pubertà viene vissuto con grande sofferenza per via dell’affermazione dei caratteri sessuali corrispondenti a un genere in cui non si riconoscono, cosa che causa in molti casi l’insorgere di disagi psicologici gravi. Il dibattito sui bloccanti per la pubertà è estremamente delicato e i dati scientifici raccolti al riguardo sono ancora pochi: il rapporto Cass aveva suscitato grande interesse ma anche polemiche nella comunità medica e tra chi si occupa di identità di genere, sia per i suoi effetti pratici nei servizi offerti dall’NHS alla popolazione, sia per alcune conclusioni che contraddicono almeno in parte studi svolti in passato.
In Italia i bloccanti della pubertà sono prescritti, ma anche qui negli ultimi mesi era stato sollevato lo stesso dibattito, un po’ per l’impatto del rapporto Cass, un po’ per via delle idee molto conservatrici del governo, che ad aprile aveva per esempio commissionato un’ispezione all’ospedale Careggi di Firenze per verificare le modalità di prescrizione di un farmaco per minorenni con disforia di genere, sostenendo che fossero emersi «elementi di criticità molto significativi».