I cinesi sono già in Europa, ecco dove producono le auto

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Afp - Byd

Mentre l’Ue ancora discute se ricorrere ai dazi, gli investimenti di Pechino crescono. In Spagna e Ungheria i primi stabilimenti

di Gaia Vendettuoli
Redazione AGI

Il voto dei governi Ue sulla proposta della Commissione d’imporre dazi definitivi sulle auto elettriche importate dalla Cina ha mostrato chiaramente i timori delle ritorsioni commerciali di Pechino. E se è vero che in attesa dell’entrata in vigore della maggiorazione delle tariffe (entro novembre) il dialogo col Dragone continua per cercare una soluzione politica, è anche vero che Pechino ha già messo a punto una strategia per aggirare i dazi anti-dumping europei producendo in loco.

Le cinesi Byd e Chery hanno infatti già messo fisicamente un piede in Europa per evitare l’impennata delle tariffe doganali: Byd sta realizzando un impianto in Ungheria, che dovrebbe essere pienamente operativo all’inizio del 2027, mentre Chery ha siglato un accordo con la spagnola Ev Motors per la riapertura, tra un anno, dell’ex stabilimento della Nissan nella Zona Franca di Barcellona, dove dal 1954 al 1987 venivano prodotti veicoli commerciali e agricoli della Ebro. Non è un caso che venerdì scorso al tavolo del Comitato difesa commerciale (Tdi) a Bruxelles la Spagna abbia guidato i dodici Paesi che si sono astenuti dal voto, mentre l’Ungheria è stata tra i cinque contrari (capitanati dalla Germania).

 

 

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