Come una banda criminale ha svuotato una città ad Haiti

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Qualcuno cammina su un ponte a Pont-Sondé, pochi giorni dopo l'attacco del 3 ottobre (AP Photo/Odelyn Joseph)

Nel brutale attacco di giovedì scorso più di 80 persone sono state uccise e 6mila sono state costrette a lasciare la propria casa

Ad Haiti quasi 6.300 persone sono rimaste senza una casa dopo che la scorsa settimana una banda criminale ha compiuto uno dei peggiori massacri degli ultimi decenni. Nella notte tra il 2 e il 3 ottobre migliaia di persone sfollate sono scappate a piedi andando da Pont-Sondé, il luogo dell’attacco, verso la cittadina costiera di Saint-Marc: chi poteva si è fatto ospitare da amici o parenti nelle vicinanze, mentre altri hanno trovato sistemazioni temporanee in chiese o scuole trasformate in rifugi.

Gli sfollati di Pont-Sondé si aggiungono alle oltre 700mila persone che negli ultimi anni hanno dovuto lasciare le proprie case ad Haiti a causa della violenza delle bande criminali, un problema diffuso soprattutto nella capitale Port-au-Prince, ma che si sta rapidamente espandendo in altre zone del paese.

Secondo la ricostruzione della Rete nazionale di difesa dei diritti umani (RNDDH), i fatti si sono svolti così: nella notte tra mercoledì 2 e giovedì 3 ottobre scorsi, decine di membri della banda criminale Gran Grif sono entrati a Pont-Sondé, una cittadina a vocazione perlopiù agricola di circa 10mila abitanti, che si trova un centinaio di chilometri a nord della capitale haitiana Port-au-Prince. Erano armati e provenivano da Savien, un altro piccolo villaggio nell’entroterra. Hanno percorso la maggior parte del tragitto in auto, poi sono saliti a bordo di canoe e sono entrati in città attraverso i canali che la circondano. Questo ha permesso loro di prendere alla sprovvista i membri della Coaliciòn, uno dei gruppi di autodifesa nati in modo autonomo in questi anni proprio per difendersi dalla violenza delle bande criminali.

Le organizzazioni per i diritti umani presenti sul posto e i testimoni sopravvissuti hanno raccontato che i cittadini di Pont-Sondé si sono svegliati con il suono degli spari e delle urla. Una volta entrati in città, i membri della banda hanno cominciato a sparare a chiunque si trovassero davanti e a dare fuoco a decine di case e auto. I membri della Coaliciòn hanno detto che una volta terminato l’attacco i criminali se ne sono andati a piedi passando per una tenuta agricola lì vicino, continuando a uccidere chiunque incontrassero sul loro percorso.

Una testimone ha detto al New York Times che quando è arrivata sul posto, quattro ore dopo essere stata avvertita dell’attacco in corso, le strade erano piene di cadaveri e persone ferite in cerca di aiuto. In totale secondo le Nazioni Unite sono state uccise almeno 88 persone, tra cui anche intere famiglie, una madre con un neonato e 10 membri della banda criminale. Secondo l’RNDDH il numero di morti potrebbe aumentare dato che molti corpi non sono stati ancora recuperati da Pont-Sondé. Frantz Alexis, medico all’ospedale di Saint-Marc, ha detto che la notte dell’attacco sono arrivate decine di persone con ferite da arma da fuoco, e che nel giro di poco tempo l’obitorio della struttura si è riempito.

Per scappare i sopravvissuti si sono incamminati a piedi verso la città costiera di Saint-Marc, che dista circa 10 chilometri da Pont-Sondè: il tragitto è durato diverse ore. Si sono poi rifugiati lì, in chiese o scuole oppure da parenti o amici. Molti hanno dormito all’aperto, sull’asfalto.

Una donna piange al funerale di Jean Louis Jeune Gracien, una delle persone uccise dall’attacco di una banda criminale a Pont-Sondé il 3 ottobre (AP Photo/Odelyn Joseph)

La Gran Grif è una delle circa 20 bande criminali attive nel dipartimento di Artibonite, nella parte ovest di Haiti, e il suo nome significa “grande artiglio” o ”grande tenaglia”. Il Consiglio di sicurezza dell’ONU l’ha definita «la più grande e la più potente» banda attiva nella regione: solo tra l’ottobre del 2023 e il gennaio del 2024 i suoi membri hanno commesso nove rapimenti di massa, in uno dei quali sono state sequestrate 157 persone.

Il leader è Luckson Elan, un criminale haitiano che il mese scorso è stato sanzionato dagli Stati Uniti insieme a Prophane Victor, un politico che una decina di anni fa armò i giovani locali per garantirsi il controllo della regione, portando alla formazione di bande criminali come la Gran Grif. Elan è stato sanzionato anche dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Un gruppo di persone sfollate attende gli aiuti distribuiti dalle organizzazioni non governative a Saint-Marc (Haiti), 6 ottobre 2024 (AP/Odelyn Joseph)

L’RNDDH ha scritto che della possibilità di questo attacco si parlava da un paio di mesi, e che le violenze sarebbero una ripercussione della banda criminale nei confronti dei cittadini per essersi organizzati in gruppi di autodifesa, specialmente La Coaliciòn, ed essersi rifiutati di pagare una specie di tangente che la Gran Grif aveva imposto per il passaggio su una strada pubblica. Elan, il leader della banda, ha rivendicato l’attacco e ne ha confermato le motivazioni.

Ad Haiti il problema della violenza delle bande criminali è molto diffuso. Storicamente la maggior parte delle violenze avviene nella capitale Port-au-Prince, che è in gran parte controllata dalle bande. Negli ultimi anni però gli attacchi e gli abusi si stanno estendendo anche ad altre zone: secondo un rapporto delle Nazioni Unite, a giugno del 2023 più di 22mila persone erano scappate dal dipartimento di Artibonite a causa degli attacchi fatti dai miliziani contro gli agricoltori, per rubare bestiame e raccolto.

Il problema è accentuato dalle scarse risorse a disposizione delle forze di polizia locali, motivo per cui i cittadini si sono organizzati in gruppi di autodifesa (per esempio, il primo mezzo della polizia di Haiti è arrivato a Pont-Sondé 24 ore dopo il massacro). Lo scorso giugno è cominciata una missione internazionale promossa dalle Nazioni Unite per contrastare le bande criminali: prevede l’arrivo ad Haiti di 2.500 agenti di polizia da altri paesi, ma finora ne sono arrivati solo 400 dal Kenya, stanziati soprattutto a Port-au-Prince.

Redazione IL POST

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