Il processo in Francia contro decine di uomini accusati di aver stuprato una donna

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Manifestazione femminista contro lo stupro, Parigi, 24 novembre 2018 (AP Photo/Michel Euler)

Con la complicità del marito, che la sedava con farmaci di uso comune: le violenze sono durate dieci anni, il processo inizia oggi

Dal 2 settembre e fino al 20 dicembre al tribunale penale di Vaucluse, nel sud della Francia, si svolgerà il processo contro 51 uomini accusati di aver stuprato una donna che oggi ha quasi sessant’anni. Tra gli imputati c’è anche l’ormai ex marito Dominique P. che per dieci anni rese incosciente la moglie dandole di nascosto dei farmaci e consentendo poi a decine di uomini contattati su Internet, gli altri imputati, di entrare in casa per abusare di lei.

Il caso era stato molto raccontato in Francia, e anche il processo molto probabilmente attirerà grandi attenzioni.

L’inchiesta su Dominique P. era iniziata a seguito di un’altra indagine. Nel settembre del 2020 l’uomo era stato fermato dalla polizia per aver filmato con una piccola telecamera sotto la gonna di alcune donne al supermercato locale. La polizia gli aveva sequestrato telefono, computer e vari hard disk. A causa di quel che vi avevano trovato, l’uomo era stato arrestato, di nuovo, nel novembre del 2020.

Dopo questo secondo arresto, la moglie di Dominique P. era stata chiamata al commissariato. Al poliziotto che le chiedeva di parlare del marito, lei lo aveva descritto come una brava persona. Cinquant’anni insieme, tre figli, si stavano godendo la pensione nella loro casa in Provenza. La donna era a conoscenza dell’arresto per l’episodio del supermercato, ma aveva anche detto di aver perdonato il marito. Non sapeva tutto il resto.

Nel telefono e nel computer di Dominique P. la polizia aveva innanzitutto trovato migliaia di scambi avvenuti su un sito per chat gratuite, Coco.fr, e su una specifica chat room chiamata “A son insu”, “A sua insaputa”. In questa chat gli uomini parlavano di quelli che loro stessi avevano definito dei rapporti sessuali, ma che in realtà erano degli stupri: rapporti sessuali avvenuti con le loro partner a loro insaputa. Nel 2024, dopo un’indagine durata 18 mesi che si era estesa in tutta Europa, il sito è stato chiuso e il suo proprietario arrestato.

Attraverso la lettura di questa chat la polizia aveva scoperto che dal luglio del 2011 e fino all’inizio delle indagini, dunque per circa dieci anni, Dominique P. aveva somministrato regolarmente alla moglie, all’ora di cena e sbriciolandogliele nel cibo, diverse compresse di Temesta, il farmaco che in Italia è venduto come Tavor, una benzodiazepina utilizzata per trattare l’ansia e l’insonnia. Poi aveva fatto entrare in casa gli uomini della chat con cui aveva preso accordi in precedenza consentendo loro di stuprare la moglie priva di sensi.

Lui filmava tutto. Su una chiavetta USB gli investigatori hanno trovato una cartella chiamata “ABUS”, “abuso”. Conteneva centinaia di video catalogati per data, nome dello stupratore per come compariva nella chat e numero di stupro. I file presenti in questa cartella erano 128 e gli stupri che da lì risultano essere stati commessi sulla donna sono 92. L’elenco conteneva i nomi di 83 stupratori. La polizia, durante i due anni di successive indagini, ne ha identificati 51, poi arrestati.

Gli imputati hanno tra i 30 e i 74 anni, alcuni sono accusati di un solo stupro, altri di un massimo di sei. Abitano non lontano dalla casa dove vivevano la donna e Dominique P. Sono pompieri, militari, guardie carcerarie, infermieri o giornalisti. Altri sono camionisti o lavorano in azienda. Alcuni sono precari e altri sono attualmente in carcere per reati legati alla violenza di genere o hanno dei precedenti legati alla violenza di genere. Alcuni di loro sono accusati di ulteriori reati: durante la perquisizione dei loro computer, la polizia aveva trovato una grande quantità di immagini legate allo sfruttamento minorile.

Dopo l’arresto, Dominique P., oggi 71 anni, ha detto di volersi prendere «le sue responsabilità»: si è «sempre dichiarato colpevole», ha spiegato Béatrice Zavarro, la sua avvocata, aggiungendo di sperare che il processo permetta di capire «come tutti questi uomini di provenienze, culture, con professioni diverse si siano ritrovati in questa stanza a fare tutti la stessa cosa». Secondo il primo psichiatra che ha sottoposto Dominique P. a una perizia, l’uomo non rispetta i limiti dell’intimità altrui e manca di empatia. Il secondo esperto che ha avuto a che fare con Dominique P. ha scritto che l’uomo ha un’incapacità di giudicare le situazioni mettendosi al posto degli altri, che ha una freddezza emotiva e la capacità di reificare l’altro. Il suo livello di pericolosità è alto. Se verrà dichiarato colpevole rischia fino a 20 anni di prigione.

Altri imputati hanno invece negato le accuse di stupro sostenendo di aver avuto il permesso del marito e di aver pensato che questo fosse sufficiente, o dicendo di aver creduto che la vittima avesse accettato di essere resa incosciente.

L’avvocato della donna abusata, Antoine Camus, ha detto che «se questa è la concezione del consenso in materia sessuale nel 2024, allora abbiamo molto, molto, molto lavoro da fare». Ha anche dichiarato che la sua assistita intende affrontare in aula gli uomini che l’hanno stuprata: «È decisa ad affrontare il loro sguardo, a cominciare da quello dell’ex marito, con cui ha vissuto per cinquant’anni, ma di cui ha scoperto, a 68 anni, di non sapere nulla».

Al suo fianco, come parti civili, ci saranno anche i due figli e la figlia: quest’ultima, con lo pseudonimo Caroline Darian, nel 2022 ha pubblicato un libro intitolato Et j’ai cessé de t’appeler Papa (E ho smesso di chiamarti papà), in cui a partire dalla storia della madre e dalla sua si occupa del fenomeno della “sottomissione chimica” che consiste nel drogare una persona a sua insaputa per abusarne, senza che lei possa reagire e talvolta nemmeno rendersene conto. Ha anche lanciato la campagna #MendorsPas (Non mi sedare) sullo stesso tema, spiegando che quello dell’uso di «farmaci come un’arma» è un fenomeno sconosciuto, sicuramente ancora sottovalutato e che non si limita alla cosiddetta “droga dello stupro” e a contesti come bar e discoteche.

Le sostanze utilizzate per sedare le persone per poi abusarne sono principalmente farmaci di uso comune come sonniferi, sedativi, ansiolitici o antistaminici che, nella maggior parte dei casi individuati nell’ultima indagine dell’ANSM (l’Agenzia nazionale francese per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari), vengono utilizzati da persone conosciute: amici, colleghi ma soprattutto familiari, quindi all’interno dell’ambiente domestico. Le vittime sono persone spesso particolarmente vulnerabili o già all’interno di una dinamica di abuso: «Come per le altre situazioni di violenza domestica il timore di ripercussioni sociali e familiari impedisce alle vittime di parlare o di agire. E nel caso della sottomissione chimica, non avere chiari ricordi dell’aggressione e non riconoscerne i sintomi rende particolarmente difficile riconoscersi anche come vittime», dice Darian.

Redazione IL POST

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