In Afghanistan le donne non possono più far sentire la loro voce in pubblico

0
185 Numero visite
Donne afghane in fila per ricevere aiuto in un punto di distribuzione di denaro organizzato dal World Food Program, a Kabul, Afghanistan, 20 novembre 2021 (AP Photo/Petros Giannakouris)

La prima legge “sul vizio e sulle virtù” approvata dai talebani vieta loro di cantare, recitare o leggere ad alta voce, tra le altre cose

Le autorità talebane che controllano l’Afghanistan hanno approvato la prima legge emanata dal ministero per la Prevenzione dei vizi e la Promozione delle virtù, creato nel 2021 per promuovere il rispetto di un’interpretazione estremamente rigida della sharia, quella che con una definizione un po’ approssimativa viene spesso definita come “legge islamica”.

La nuova legge, divisa in 35 articoli, raggruppa in unico testo varie norme (alcune delle quali già in vigore nel paese) che limitano notevolmente i diritti delle donne e impongono restrizioni sul loro comportamento, sia in pubblico che in privato. Tra le altre cose la legge stabilisce che le donne debbano coprire il corpo e il viso quando sono in pubblico, e non possano indossare indumenti aderenti o corti. Non possono cantare, recitare o leggere ad alta voce in pubblico, dato che secondo i talebani la voce di una donna è considerata un aspetto intimo e deve rimanere privata. Vieta inoltre alle donne di viaggiare senza essere accompagnate da un uomo con cui hanno un legame di sangue, e di fare incontri di qualsiasi tipo con uomini con i quali non sono imparentate.

Sono regolamentati anche alcuni aspetti dell’abbigliamento maschile: gli uomini non possono portare pantaloni sopra al ginocchio e devono sempre curare la propria barba. Sono vietate la produzione e la diffusione di immagini rappresentanti esseri viventi, l’ascolto della musica, l’omosessualità, l’adulterio e le scommesse.

Il testo stabilisce diverse punizioni, che vanno dagli ammonimenti alle multe e agli arresti. Le violazioni ripetute saranno giudicate dai tribunali. Mercoledì un portavoce del ministero per la Prevenzione dei vizi e la Promozione delle virtù ha detto che nell’ultimo anno più di 13mila persone sono state arrestate per «atti immorali».

Alcune delle restrizioni previste erano già in vigore, ma non erano ancora state codificate in un unico testo di legge. Per esempio, già nel maggio del 2022 i talebani avevano imposto alle donne l’obbligo di indossare il burqa, l’abito femminile che copre integralmente il corpo, compresi il volto e la testa, con una fessura o una fascia velata per gli occhi.

Quando avevano ripreso il potere in Afghanistan, nell’agosto del 2021, i talebani si erano presentati come un gruppo moderato e aperto, e avevano detto che avrebbero garantito il rispetto dei diritti delle donne. Già nei mesi successivi tuttavia divenne chiaro che avrebbero istituito un secondo regime del tutto simile al primo, durato dal 1996 al 2001, durante il quale alle donne erano negati moltissimi diritti. Tra le altre cose, negli ultimi tre anni i talebani hanno chiuso le scuole secondarie femminili (l’equivalente di medie e superiori italiane), hanno proibito alle donne di accedere all’università, e hanno vietato l’accesso a parrucchieri e saloni di bellezza.

Redazione IL POST

L'informazione completa