La nuotatrice transgender statunitense Lia Thomas non potrà gareggiare alle Olimpiadi di Parigi

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(AP Photo/John Bazemore)

Mercoledì la nuotatrice transgender statunitense Lia Thomas, che nel 2022 ha fatto molto parlare di sé per i notevoli risultati ottenuti in alcuni tornei americani, ha perso una causa legale contro World Aquatics (storicamente conosciuta come Federazione internazionale di nuoto) presso il tribunale arbitrale per lo sport. Non potrà quindi provare a partecipare alle Olimpiadi di Parigi che cominceranno il 26 luglio.

Thomas aveva fatto causa a World Aquatics per via di un nuovo regolamento introdotto nel 2022, secondo cui chiunque abbia attraversato «qualsiasi momento della pubertà maschile» non può in alcun caso gareggiare nella categoria femminile delle competizioni “d’élite”, tra cui i campionati mondiali come le Olimpiadi. Il nuovo regolamento esclude sostanzialmente chiunque abbia effettuato una transizione di genere dopo i 12 anni dalla possibilità di partecipare a gare di nuoto oltre un certo livello di agonismo. World Aquatics aveva introdotto le nuove regole dopo che Thomas aveva battuto la nuotatrice Emma Weyant, già medaglia d’argento olimpica, in una gara di stile libero femminile nel 2022.

La decisione si era basata sulla convinzione che le donne transgender abbiano dei vantaggi fisici significativi – in termini di resistenza, potenza, velocità, forza e dimensioni dei polmoni – rispetto alle donne cisgender. Dopo l’approvazione del nuovo regolamento Thomas è stata sostanzialmente esclusa dalle gare internazionali di nuoto e non ha potuto provare a entrare a far parte del team olimpico di nuoto degli Stati Uniti in vista delle Olimpiadi. Ha quindi fatto causa a World Aquatics, sostenendo che le nuove regole sarebbero «non valide e illegali» perché violerebbero la Carta olimpica e la Costituzione mondiale degli sport acquatici.

Mercoledì il tribunale arbitrale dello sport non si è espresso su questa questione in sé, che si inserisce su un dibattito molto più ampio e complesso, particolarmente sentito negli Stati Uniti anche per via delle forti campagne sul tema condotte da vari politici del Partito Repubblicano negli ultimi anni. Ha invece soltanto determinato che Thomas non aveva i requisiti per fare causa a World Aquatics. La conseguenza della decisione è che comunque non potrà provare a partecipare alle Olimpiadi.

Redazione IL POST

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