La manifestazione a Malaga contro il troppo turismo

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La manifestazione contro il troppo turismo a Malaga, il 29 giugno 2024 (Merida/SOPA Images via ZUMA Press Wire)

Migliaia di persone hanno protestato contro i grandi aumenti dei prezzi delle case e degli affitti degli ultimi anni, che secondo loro sono provocati dall’eccesso delle attività turistiche

Sabato migliaia di persone hanno manifestato a Malaga, una città nel sud della Spagna, contro l’aumento degli affitti e dei prezzi delle case provocato, secondo i manifestanti, dal forte incremento dell’attività turistica negli ultimi anni. La manifestazione è stata piuttosto partecipata: secondo il Sindacato dei residenti, che l’ha organizzata, hanno partecipato 25mila persone, e secondo la polizia 5mila. Il País ha stimato che alla fine i partecipanti siano stati 15mila.

La ragione della manifestazione è stata, paradossalmente, il troppo successo del turismo a Malaga. Se vent’anni fa la città accoglieva circa mezzo milione di turisti, quasi tutti di passaggio per le località marittime o per gli altri centri della regione come Siviglia e Cordoba, grazie a un lungo processo di riqualificazione Malaga è diventata un centro turistico importante: nel 2023 i turisti sono stati 1,6 milioni, e le previsioni per quest’anno sono per numeri ancora più alti. Ma il gran successo del turismo ha provocato grosse difficoltà ai residenti che sostengono che, a causa del forte aumento degli alloggi turistici, trovare un appartamento a Malaga sia diventato difficile e costosissimo per gli standard di vita locali.

Questa non è la prima manifestazione contro l’eccesso di turismo in Spagna: soltanto quest’anno ce ne sono state alle Canarie, alle Baleari e a Barcellona, e sono state tutte molto partecipate. Quella di Malaga è però la prima a tenersi in una città che fino a pochi decenni fa non era una delle grandi mete turistiche della Spagna, e che quindi ha subìto un cambiamento forse più radicale.

La manifestazione contro il troppo turismo a Malaga, il 29 giugno 2024

La manifestazione aveva come slogan “Malaga per vivere, non per sopravvivere”, e chiedeva soluzioni soprattutto al problema degli affitti e dei costi delle case, che secondo i manifestanti sono aumentati enormemente a causa degli affitti ai turisti. Se nel 2016 gli appartamenti registrati a uso turistico a Malaga erano 846, oggi sono 12mila, e questo senza considerare gli appartamenti affittati a turisti ma non registrati. Secondo una ricerca del País, in vari quartieri del centro di Malaga tra il 20 e il 25 per cento di tutti gli alloggi è registrato su Airbnb.

Negli ultimi anni i prezzi delle case a Malaga sono aumentati notevolmente. Hanno di gran lunga superato i picchi del 2007, quando in Spagna scoppiò una grossa bolla immobiliare, e continuano a crescere a ritmi che buona parte della popolazione giudica insostenibili; lo stesso vale per i costi degli affitti. Secondo un sondaggio fatto dall’Università di Malaga, oggi il 72 per cento degli abitanti della città ritiene che il turismo abbia un effetto negativo o molto negativo sulla disponibilità di case per la popolazione.

«Oggi non si può vivere a Malaga», ha detto al giornale Diario María Franco, una delle partecipanti alla manifestazione, che si dice «favorevole al turismo, però non al modello che abbiamo adesso, perché la città si sta perdendo». Molti manifestanti hanno sostenuto tra le altre cose che la città abbia subìto un processo di spopolamento del suo centro storico e di perdita di identità.

Redazione IL POST

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