È un programma militare per addestrare i cittadini e magari arruolarne qualcuno: si viene pagati circa 1.400 euro
Quest’estate l’esercito polacco ha presentato il programma “Vacanze con l’esercito”, aperto a tutti i cittadini e le cittadine polacche fra i 18 e i 35 anni: nonostante il nome non si tratta di una vacanza, ma di un addestramento militare di 28 giorni retribuito con l’equivalente di circa 1.400 euro. Durante questo periodo le persone che si sono iscritte non possono lasciare le basi a cui sono state assegnate, 70 in tutto il paese, e imparano alcune tecniche di combattimento e di sopravvivenza. Alla fine del mese giurano di «servire lealmente la Repubblica di Polonia […] anche a costo di perdere la vita o il sangue» e scelgono se entrare ufficialmente nell’esercito o diventare riservisti, ossia cittadini che possono essere convocati per tornare temporaneamente nell’esercito per esercitazioni o in caso di crisi.
L’esercito ha creato il programma con l’obiettivo di aumentare le proprie truppe in un momento in cui la Russia, dopo aver invaso l’Ucraina all’inizio del 2022, è considerata una minaccia per il paese e per la regione. La Polonia confina sia con l’Ucraina, che combatte da due anni contro la Russia, che con la Bielorussia, strettissimo alleato del regime del presidente russo Vladimir Putin, da cui dipende a livello economico e militare. La Polonia è anche un membro della NATO, l’alleanza militare che comprende buona parte dei paesi occidentali. Il portavoce del ministero della Difesa polacco, il maggiore Michal Tomczyk, ha detto ad Associated Press che «una tale minaccia» non si verificava «dalla Seconda guerra mondiale».
L’esercito ha detto che la risposta alle “Vacanze con l’esercito” è stata molto positiva: era prevista una partecipazione di 10mila persone, e si sono iscritte in più di 11mila. Molte di loro hanno appena finito il liceo.
Da quando è iniziata l’invasione su larga scala dell’Ucraina, la pressione è aumentata anche sugli stati confinanti, che temono che la guerra per ora limitata al territorio ucraino possa espandersi. Per ora questo non è accaduto, principalmente perché molti di questi paesi sono anche membri della NATO: nell’articolo 5 del suo trattato fondativo l’alleanza prevede un meccanismo di mutua difesa, per cui se uno stato membro viene attaccato gli altri sono tenuti a intervenire in sua difesa.
La situazione ha però portato molti paesi a rivedere le proprie idee sul disarmo, la neutralità e le dimensioni dei propri eserciti: la Svezia e la Finlandia sono entrate a far parte della NATO dopo decenni di neutralità e alcuni paesi stanno considerando di reintrodurre la leva obbligatoria. Nel caso della Polonia questi timori sono particolarmente seri a causa della sua vicinanza geografica con la Bielorussia e l’Ucraina.
Alla fine del 2022 ci furono alcuni giorni di tensione quando un missile atterrò in una cittadina polacca al confine con l’Ucraina e uccise due persone. Analisi successive stabilirono che si trattava molto probabilmente di un missile ucraino che aveva sbagliato rotta, e non quindi di un attacco intenzionale della Russia contro un paese della NATO. Da allora eventi di questo tipo in Polonia non sono più capitati, ma negli ultimi mesi il governo polacco ha detto che alcuni missili russi sono brevemente entrati nel suo spazio aereo mentre erano diretti in Ucraina: in un caso la Russia negò la sua responsabilità.
Ad agosto del 2023 la Polonia schierò sul confine con la Bielorussia 10mila soldati in sostegno alla polizia di frontiera. L’allora ministro della Difesa della Polonia, Mariusz Blaszczak, disse che mandare l’esercito al confine con la Bielorussia serviva per «spaventare l’aggressore in modo che non osi attaccarci». I rapporti fra la Polonia e la Bielorussia non sono comunque buoni da anni: anche da prima dell’inizio della guerra in Ucraina la Polonia accusava la Bielorussia di spingere volontariamente persone migranti al suo confine per fare pressione sull’Unione Europea, di cui la Polonia è uno stato membro. Nel 2022 la Polonia aveva costruito proprio per questo motivo un muro, ma gli scontri fra la polizia di frontiera polacca e le persone migranti non sono finiti e hanno recentemente portato all’uccisione di un soldato polacco.