L’appello dell’Unicef: “I diritti dei bambini non possono essere ostaggio di politiche. Le loro vite, il futuro, le speranze e i sogni sono in bilico”

Mille giorni senza scuola per più di un milione di ragazze afghane che, a causa del divieto imposto dai talebani, dal 2021 non sono potute più entrare in classe. Una triste ricorrenza che ha fatto scattare la denuncia da parte dell’Unicef: “Questa esclusione sistematica – ha dichiarato la direttrice Catherine Russell – non è solo una palese violazione del loro diritto all’istruzione, ma comporta anche opportunità sempre più scarse e un deterioramento della salute mentale”.

Nello specifico il divieto interessa le bambine di età superiore ai 12 anni, che non possono accedere alla scuola secondaria del Paese. Secondo la direttrice generale dell’Unicef “i diritti dei minori non possono essere ostaggio di politiche. L’istruzione non fornisce solo opportunità – ha aggiunto – protegge le ragazze da matrimoni precoci, malnutrizione e altri problemi di salute e rafforza la loro resistenza a disastri come le inondazioni, la siccità e i terremoti che spesso affliggono l’Afghanistan”, ha dichiarato Catherine Russell.

L’Unicef, da sempre in prima linea per salavare le vite dei bambini, è impegnata anche in Afghanistan. Come? “Insieme ai partner – ha spiegato Catherine Russell – stiamo garantendo a 2,7 milioni di bambini l’istruzione primaria, gestendo corsi di istruzione a livello comunitario per 600.000 bambini, formando insegnanti e facendo tutto il possibile per mantenere in funzione le infrastrutture scolastiche”.

La direttrice dell’Unicef ha concluso lanciando un appello alla comunità internazionale: “Dobbiamo sostenere queste ragazze che hanno bisogno di noi più che mai. Nessun Paese può progredire se meta’ della sua popolazione viene lasciata indietro”.

Redazione Tgcom24.Mediaset

 

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